Da Guercino a Licini: disegni dalle collezioni comunali di Ascoli Piceno

Da Guercino a Licini: disegni dalle collezioni comunali di Ascoli Piceno

Questa collezione, catalogata per la prima volta nel 1994 da Stefano Papetti, costituisce una delle più rappresentative emergenze grafiche nell'ambito delle istituzioni museali marchigiane

Ascoli - Da oggi, martedì 9 agosto, sarà possibile ammirare nella Sala della Vittoria della Pinacoteca Civica una mostra dedicata ai disegni più importanti conservati presso le collezioni comunali, molti dei quali sono stati restaurati negli ultimi anni da Sergio Boni a Firenze e da Francesco Maggiori presso il laboratorio della Pinacoteca Civica.


Si tratta di una selezione dei seicento fogli in gran parte entrati nelle raccolte civiche grazie al dono di Giulio Gabrielli (1832-1910), ordinatore e primo direttore della Pinacoteca, che nel 1908 destinò al museo la propria raccolta costituita principalmente dai disegni degli artisti ascolani attivi fra Seicento e Settecento (Trasi, Cardini, Miniera e Monti) che non soltanto consentono di ritessere la trama della complessa realtà artistica locale, ma ci tramandano anche la memoria di molti dipinti citati dalle fonti antiche ma oggi non più rintracciabili.


Grazie alla sua straordinaria capacità di valutare la qualità grafica dei disegni, il Gabrielli ha saputo anche individuare opere di insigni maestri italiani, come Giuseppe e Pier Leone Ghezzi, Luca Giordano o Guercino legati al contesto locale.


Al nucleo iniziale di disegni, donati dal Gabrielli, si aggiunsero nel tempo altri fogli acquistati dall'Amministrazione comunale presso collezioni ascolane o sul mercato antiquario romano, su segnalazione di Riccardo Gabrielli, nipote di Giulio e suo successore alla direzione della Pinacoteca: questi si prodigò anche nel garantire al museo cittadino cospicui doni da parte di artisti viventi (Giuseppe Sacconi, Giuseppe Pauri, Domenico Ferri, Biagio Biagetti ed altri).


Due soltanto sono i disegni di cui si conosce con certezza la provenienza da antiche raccolte ascolane: il foglio di Pietro da Cortona raffigurante "Urbano VIII orante nella chiesa dei SS. Luca e Martina" apparteneva nel 1790 alla raccolta della famiglia Natali, come attesta la citazione dell'Orsini. Dallo studioso perugino autore di una documentata guida della città picena, si apprende anche che la "Resurrezione di Lazzaro" figurava con l'attribuzione a Tintoretto, oggi ricusata dalla critica, nella collezione della famiglia Giosafatti, architetti e scultori legati all'ambiente artistico romano.


Le ricerche d'archivio hanno anche permesso di accertare che il prezioso foglio guercinesco raffigurante "La Sacra Famiglia" fu acquistato dal comune presso la figlia dello scultore Ugolino Panichi, che probabilmente l'aveva comprato durante i suoi soggiorni di studio lontano dalle Marche, forse a Firenze dove l'artista ascolano operò a lungo nella seconda metà del XIX secolo.


Una più circoscritta selezione dei fogli esposti è stata presentata negli anni 2004-2005 in Spagna in occasione di una mostra itinerante patrocinata da un'istituzione bancaria iberica: la tappa finale ha avuto luogo a Madrid presso la prestigiosa sede della Accademia Reale di San Ferdinando, dove svariate decine di migliaia di persone hanno potuto ammirare i disegni provenienti da Ascoli Piceno.


Questa collezione, catalogata per la prima volta nel 1994 da Stefano Papetti, costituisce una delle più rappresentative emergenze grafiche nell'ambito delle istituzioni museali marchigiane che per la prima volta questa mostra consente di ammirare al grande pubblico.