Roma - "INTORNO AD ANDRZEJ PANUFNIK" è il titolo del concerto che si terrà mercoledì 10 dicembre presso la Sala Casella in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma e con Sonoramusic.
Alle 19.00 ci sarà la proiezione del film My Father, the Iron Curtain and Me (2009, 52’) per la regia di Krzysztof Rzaczynski.
Il concerto, nato dalla collaborazione tra Nuova Consonanza, l’Istituto Polacco di cultura e Sonoramusic, ruota intorno alle figure di Andrzej Panufnik, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita (Varsavia 1914), e di Roman Palester (Śniatyn 1907), la cui morte data 25 agosto 1989, pochi mesi prima della caduta del muro di Berlino occorsa venticinque anni fa il 9 novembre 1989.
Allievi di composizione di Kazimierz Sikorski a Varsavia, Panufnik e Palester hanno condiviso uno stesso destino di esilio per motivi politici, etici ed estetici.
Le loro opere sono state a lungo bandite dalla Polonia. Determinante fu l’adesione del Congresso Nazionale dei Compositori e dei Critici Musicali Polacchi (Lagow Lubuski, 5-8 agosto 1949) alle istanze del realismo socialista, che impedivano scambi con la cultura occidentale e innovazione linguistica. La destalinizzazione (1956) e l'ascesa di Władysław Gomułka – che pure limitò l’influenza dell’URSS e avviò alcune riforme – cambiarono di poco la situazione.
Palester rifiutò le imposizioni zdanoviane e dal 1949 visse tra Parigi e Monaco. Panufnik, noto anche come direttore d’orchestra, scappò dalla Polonia nel 1954 per rifugiarsi a Londra, dove ottenne la cittadinanza inglese e il titolo di Sir. Dopo l’avvento di Solidarność l’Associazione dei Compositori Polacchi li reintegrò come membri onorari rispettivamente nel 1981 e nel 1987.
A Panufnik fu conferito postumo l’Ordine della Polonia restituta. Palester non assistette alla caduta del Muro. Panufnik morì il 27 ottobre del 1991, lo stesso giorno in cui in Polonia si tennero le prime vere libere elezioni dopo quelle degli anni ’20.
Esiste un legame molto profondo tra Ada Gentile e la Polonia, che ha motivazioni spirituali oltre che professionali e musicali in senso stretto. Serene ombre è forse al momento il brano più significativo di un secondo periodo creativo della compositrice, in cui l’attenzione si sposta dal virtuosismo strumentale a quello espressivo e intenzionale, dal suono manipolato al suono puro.
La scrittura tende a una semplificazione che è solo apparente. Gli strumenti agiscono su tre piani sonori differenti, alla ricerca di una immagine che resti nella memoria: il pianoforte crea un pedale nel quale a minimi cambi nel ritmo e nei suoni corrisponde una assoluta staticità dinamica (mp sempre); il violino con sordina tiene suoni acuti e lunghissimi in pianissimo, tranne due soli crescendo; il violoncello squarcia questi due diversi tipi di stasi con improvvisi, brevi e rudi interventi, per avvicinarsi nel finale alla modalità espressiva del violino.
Alle ore 21.00 concerto che prevede questo programma:
Andrzej Panufnik (1914-1991) Dreamscape** (1977) versione per violoncello e pianoforte
Michał Ossowski (1984) titolo* (2014) per violino, violoncello e pianoforte dedicata a Sir Andrzej Panufnik
Ada Gentile (1947) Serene ombre (2011) per violino, violoncello e pianoforte
Alessandra Ciccaglioni (1973) Sus une fontayne* (2014) per violoncello e pianoforte dedicata a Sir Andrzej Panufnik
Roman Palester (1907-1989) dai 10 Preludes** (1954) per pianoforte
I. Lento grave, poco rubato; III. Lento espressivo;
V. Larghetto; VI. Largo pesante
Andrzej Panufnik Piano Trio op. 1** (1934, ricostruito nel 1945, rev. 1985/1977) per violino, violoncello e pianoforte
Poco adagio – Allegro – Poco adagio/Largo/Presto
Piotr Tarcholik violino
Anna Armatys violoncello
Jakub Tchorzewski pianoforte