Ascoli - Utilizzare la cultura come strumento di sviluppo dell’economia; creare un progetto che produca prodotti e servizi che diventino leva per lo sviluppo delle imprese del territorio piceno.
Con tali idee e presupposti, questa mattina è stata presentato il programma delle tre conferenze, che vanno a inserirsi nel più vasto progetto “Distretto Culturale Evoluto Piceno: il Design del Bello Buono e Benfatto”, previste nei giorni del 4, 5 e 6 dicembre 2014 dalle ore 9.00 alle 13.00 presso la Sala della Vittoria di Palazzo del Municipio, in Piazza Arringo. Tutto realizzato grazie al co-finanziamento della Regione Marche, al contributo della CCIAA di Ascoli Piceno, di Unicam, partner scientifico, del CUP, capofila dell’intero progetto e di altri importanti partner.
Questo ciclo di incontri dal titolo “Pensieri e visioni sul Bello Buono e Benfatto”, è organizzato e curato dalla Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino con in patrocinio dell’Associazione per il Disegno Industriale di Marche, Abruzzo e Molise e dell’Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno.
“Tale
proposta - dice la professoressa Lucia
Petroni - risulta essere una sfida
ambiziosa e può essere definita come un processo culturale collettivo, nato più
di un anno fa e che oggi va ad essere ampliato con gli incontri di questo fine
settimana.
Obiettivo primario è la valorizzazione e il rinnovamento, tramite la
sua stessa rigenerazione, del patrimonio del territorio piceno e non solo. Sono
stati ideati nuovi modelli di sviluppo socio-economici, guidati dalla cultura e
dalla creatività”.
Come annuncia lo stesso titolo, i patrimoni che si cercherà di valorizzare sono tre: quelli artistico-culturali, quelli agroalimentari e la cultura artigiana e manifatturiera. Tutto avverrà tramite il design, dato che Ascoli può vantare un ottima Scuola di Architettura, che può trasformarsi in efficiente catalizzatore di risorse umane prima ancora che culturali e creative.
Il processo verrà portato avanti tramite
cicli di conferenze, sei seminari di approfondimento che si svolgeranno il
prossimo febbraio e tre workshop progettuali intensivi con designer affermati
ed emergenti. Un solo unico scopo: sviluppare nuove idee di prodotti e servizi,
come merchandising museale o accattivanti packaging alimentari.
Un percorso che inizia oggi e durerà ventiquattro mesi
“Con la denominazione “Distretto culturale evoluto” si vuole intendere la capacità di coinvolgere le filiere produttive del territorio, ricombinarle tra loro, utilizzando delle leve alternative, come il design, per fornire al sistema imprenditoriale locale gli arnesi necessari per affermarsi sul mercato internazionale”, evidenzia il presidente del Cup Achille Bonfigli.
“Ciò su cui sarà fondamentale puntare è la tecnologia - sottolinea il presidente della Camera di Commercio Gino Sabatini - per fare in modo che le aziende del territorio marchigiano entrino nell’ottica di un sistema di digitalizzazione”.
“Tornare ad essere competitivi cercando attraverso i prodotti delle aziende di tramandare quel know how specifico del territorio. Per questo motivo Confindustria ha sposato tale progetto - dice il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Tardini - per creare un maggior numero di posti di lavoro e fare un primo passo nella risoluzione del problema della disoccupazione giovanile”.
Giuseppe Losco, direttore della Scuola di Architettura e design afferma: "Il ruolo dell’università è sempre stato quello di fare formazione didattica, ma mission di questi ultimi anni è stata la tenacia nel trasferimento ai ragazzi del sapere scientifico e tecnologico. Vi è l’estrema necessità di un design partecipativo, ovvero sottolineare come la produzione di qualsiasi artefatto si generi da un rapporto di collaborazione complessiva”. “E questa innovazione deve essere trasferita alle imprese - ribadisce il rettore dell’Università di Camerino Flavio Corradini - E’ fondamentale la creazione di aziende basate sul sapere.
Introdurre quindi un nuovo metodo di lavoro per affrontare la sfida culturale che oggi la società richiede: questa l’ardua sfida che si propone il Distretto Culturale. I tre aggettivi “bello, buono e ben fatto” non possono rimanere delle semplici parole di uno slogan, ma rappresentano ciò che da sempre rendono l’Italia grande nel mondo e per questo c’è bisogno di ripartire da nuovi progetti, dal patrimonio umano e dalla creatività per riuscire a rilanciare l’’economia, ora troppo in difficoltà, e riconquistare i mercati dell’intero globo come un tempo".