Fogolino, rinvenuta la firma sugli afferschi di Palazzo Roverella

Fogolino, rinvenuta la firma sugli afferschi di Palazzo Roverella

Michele Picciolo, Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha rinvenuto la firma e la data di esecuzione degli affreschi con le Storie di Mosè realizzati nel 1547 da Marcello Fogolino nel salone di Palazzo Roverella

Ascoli - Durante gli studi per il suo intervento “Fogolino e la Sala del Mosè nel Palazzo Roverella”, presentato in occasione del XIII° Convegno sui Giochi Storici “Ascoli nel Cinquecento tra Giostre, Pali, Rime e ‘Nzegne”, l’Architetto Michele Picciolo, da poco nominato Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha rinvenuto la firma e la data di esecuzione degli affreschi con le Storie di Mosè realizzati nel 1547 da Marcello Fogolino nel salone di Palazzo Roverella.
Le iscrizioni, difficilmente individuabili, sono dipinte sulle mantovane delle due tende davanti alle quali Mosè ed Aronne ricevono le rimostranze del popolo di Israele, sulla prima si legge la data MDXXXXVII e sulla seconda la firma MARCELLUS FECIT.
Un intervento articolato è stato pubblicato sul quindicinale La Vita Picena del 28 Giugno 2014 e la trattazione completa del percorso storico-artistico e della scoperta è stata inserita negli Atti del XIII° Convegno sui Giochi Storici di prossima pubblicazione.
La prima notizia dei dipinti in una sala di Palazzo Roverella la fornisce il Lazzari che nel 1724 accenna alla presenza della sigla M.F.V. Nel 1790 la notizia sarà ripresa dall’Orsini e nel 1853 dal Carducci che afferma di non averli potuti vedere. Infatti nel 1804 il vescovo Archetti aveva fatto collocare nella sala una ricca biblioteca e gli affreschi erano scomparsi sotto lo scialbo dietro le scaffalature fino a quando furono riscoperti 1958 dal vescovo Marcello Morgante che li fece restaurare.
Nel 1962 il ciclo mosaico fu studiato dal Marchini che nel 1966, sulla scorta dello stile, li attribuì al pittore vicentino Marcello Fogolino.
Della riscoperta degli affreschi si era già occupato il Fabiani che aveva scritto diversi articoli sul Nuovo Piceno e successivamente dal Rodilossi ma nessuno di loro aveva potuto vedere la presenza della sigla o l’esistenza della firma.
Oggi, con questa scoperta fondamentale, il problema della data e della firma autografa dell’artista può dirsi definitivamente risolto e concluso.