Ho scelto di
assistere al concerto di Parigi, una città che mi affascina molto e
dalla quale mancavo da 2 anni. Non conoscevo personalmente il
flautista Francois Veilhan, Presidente dell’Associazione “Memoires
sonores”, che tempo fa mi ha contattato invitandomi a partecipare
alla Rassegna “Dialogue au present” da lui organizzata in
collaborazione con l’”Heure Musical au Marais” curata dalla
musicologa Aline D’Artinian.
Questa rassegna ha lo scopo di
presentare al pubblico parigino alcuni tra i più interessanti
compositori contemporanei non solo attraverso la loro produzione
musicale ma anche attraverso la loro identità umana che viene
delineata grazie ad un’intervista effettuata durante il concerto
stesso che serve al compositore per illustrare i pezzi che verranno
eseguiti e per parlare della propria poetica musicale.
L’interessante
inizativa ha visto negli anni la partecipazione di numerosi
compositori francesi come Jean Luis Petit, Susanne Giraud, Nicolas
Bacri, Jean Francaix, Dominique Lemaitre, Alain Louvier, Jeanne
Loriod etc.
Quest’anno sono stati invitati anche due compositori
italiani: Gianni Possio (Torino) e la sottoscritta. Il luogo dove si
tengono i concerti è l’antica Cattedrale Saint Croix, nel 3°
arrounsissment di Parigi, conosciuto con il nome “Au Marais” (e
cioè “la palude”), che era anticamente un quartiere periferico
della città e paludoso che però, nel 18° secolo è stato
bonificato e dove sono sorte delle belle abitazioni per il ceto
medio-alto e che attualmente è uno dei quartieri “in” della
città, con la sua bella Place des Volges
ed i tanti
bistrot, bar, boutiques disseminati lungo i portici della grande
piazza. Il concerto di sabato si è tenuto di fronte ad un pubblico
attento che ha gradito molto il programma e la
presentazione-intervista fattami dalla musicologa Theresa Blotta
Fouillaud. I miei due pezzi sono stati eseguiti insieme ad opere di
Haydn (Sonata il sol mag. per flauto e pianoforte), di Carl Heinecke
(Ballade op.288) e di Ricardo Castro (Caprice-Valse op.1, per piano
solo).
Eccellente è stata l’interpretazione dei due esecutori che
hanno proposto i vari brani in una intelligente successione in modo
da alternare l’antico al moderno. Simpatica ed interessante è
stata anche la chiacchierata tra me e Theresa Blotta (di origini
italiane e moglie dell’ eccellente compositore Patrice Foulliaud).
Penso che anche in Italia si dovrebbe adottare questo sistema per la
presentazione di opere di autori contemporanei inserite nella normale
programmazione delle grandi istituzioni concertistiche in modo da
avvicinare il pubblico ad un genere di musica, quella contemporanea,
che non trova grandi spazi per le proprie esecuzioni e che quindi
rimane ostica per gran parte del pubblico.