Roma - Nel corso della storia nessun
libro ha avuto un influsso più ampio di quello della Bibbia.Ebrei e
Cristiani nel corso dei secoli hanno lavorato per preservarne le
scritture e condividerne i messaggi con i popoli da essi incontrati.I
potenti del mondo da Costantino a Carlo Magno hanno difeso la
trasmissione della Bibbia. Essa è stata resa accessibile a culture
diverse rimanendo fedele ai testi originali in Greco ed Ebraico.
Una occasione unica è la mostra
“Verbum Domini II”apertasi a Roma il 2 aprile fino al 22 giugno
ad ingresso gratuito, presso il Braccio di Carlo Magno, adiacente la
Basilica di San Pietro nella quale sono esposti testi rari e
manufatti biblici che illustrano come la trasmissione, la traduzione
e la diffusione del Sacro Testo abbiano plasmato la storia del mondo.
Tra i manoscritti più preziosi il
“Papiro Bodmer XIV.XV” realizzato intorno l’anno 200 che
trasmette integralmente il testo dei vangeli secondo Luca e Giovanni.
Nel quarto secolo avanti Cristo
l’impero di Alessandro di Macedonia consentì alla lingua greca ed
alla cultura ellenistica di diffondersi in tutto il Mediterraneo, in
Egitto ed in India . Recenti scoperte archeologiche rivelano che
nell’impero Macedone vi fu un forte influsso della presenza
ebraica. Secondo la “Lettera di Aristea”risalente al terzo secolo
a.C., settanta studiosi ebrei collaborarono alla traduzione delle
Scritture dall’Ebraico al Greco Koinè.
Questa versione chiamata Septuaginta
permise agli Alessandrini di leggere il testo biblico in greco
piuttosto che in Ebraico. Con la nascita della Cristianità una nuova
serie di testi in greco fu aggiunta al Vecchio Testamento. Il testo
della Bibbia cristiana abbinò i nuovi testi con la versione greca
Septuaginta e fu preservata durante il Medioevo dall’Impero
Bizantino. Il Nord Africa fu uno dei luoghi in cui i primi cristiani
condivisero il Vangelo e la Cristianità si diffuse in tutta la parte
settentrionale del continente. In quei luoghi i convertiti non erano
in grado di leggere il Greco per cui la Bibbia fu tradotta in
Copto. La Chiesa Copto-Ortodossa essendo rimasta isolata per diversi
secoli, sviluppò tradizioni liturgiche distinte mantenendo nel loro
canone biblico alcuni libri come il “Libro di Enoch”.
Nel 1605 Frate Matteo Ricci,gesuita
che viveva a Pechino, ricevette un anziano visitatore proveniente
dalla città di Kaifeng che gli rivelò di adorare il Dio di Israele.
Faceva parte di una piccola comunità ebraica isolata che viveva nel
cuore della Cina, tagliata fuori dalla più ampia comunità Ebraica
mondiale.Le evidenze suggeriscono che gli Ebrei avessero vissuto in
Cina fin dall’VIII secolo d.C. costruirono a Kaifeng una sinagoga
nel 1163 e continuarono per secoli a seguire le usanze
ebraiche. L’ultimo rabbino di questa comunità morì nel 1851 ed i
membri della Società Londinese per lo sviluppo della Cristianità
tra gli Ebrei, acquistarono in quella località molti manoscritti
della sinagoga e rotoli della Torah alcuni dei quali sono qui in
mostra nella galleria dedicata alla Cina.
Sono anche esposti il Libro delle Ore e
dei Salmi del XIV secolo della Contessa di Northampton,una prima
edizione della Bibbia del Re Giacomo del 1611. Una miniatura del Nuovo
Testamento Germanico della traduzione di Martin Lutero stampata tra
il 1558 ed il 1561.
Occasione da non perdere è “ la
Bibbia Lunare su microfilm”. Nel 1971 la Bibbia raggiunse
fisicamente la luna, ma per la limitazione di peso essa fu stampata
su microfilm permettendo alla Bibbia di King James di essere
condensata su un quadrato di 4 cm.Il 5 febbraio 1971 l’astronauta
Edgar Mitchell portò la Bibbia sulla superficie lunare.Questa Bibbia
ha viaggiato oltre i confini della terra per 384.400 chilometri ed è
ora esposta in questa imperdibile mostra.
Le immagini dellq gallery sono relative alla Bibbia su microfilm, ad una copia della Bibbia Copta e al Codex Vaticanus