La Fondazione, nell'ambito del Piano Pluriennale 2011/2013, ha emanato un avviso per la presentazione di progetti nel settore Volontariato, filantropia e beneficenza, ambito Adolescenti e giovani. Il FAI Ascoli ha partecipato all’avviso, mettendo a disposizione professionalità, competenze e capacità organizzativa, attraverso il progetto “FAI Ascoli con i giovani: pauperismo mistico e opulenza barocca”.
Tale progetto si compone di due parti strettamente interconnesse tra di loro. La prima parte è relativa ai due eventi nazionali “Giornate FAI di primavera”, la seconda all’inserimento lavorativo con attenzione al Terzo Settore e all’aggregazione di giovani professionisti del territorio. Il volume “Pauperismo mistico e opulenza barocca” è il risultato dello sviluppo della seconda parte ed ha promosso lo studio approfondito di due emergenze storico-architettoniche del territorio: gli eremi e i palazzi barocchi dell’Ascolano.
“Tre ingredienti hanno concorso alla nascita di questo libro: i giovani, la cultura, il territorio. Quando abbiamo visionato il bando della Fondazione siamo stati attratti da questa miscellanea e abbiamo scommesso - dichiara Alessandra Stipa, presidente Fai Marche –. Crediamo possano rappresentare un'occasione di riscatto da una crisi produttiva ed economica, ma anche culturale, che sembra senza fine e alla quale però dobbiamo opporci con la fierezza della nostra storia”.
Il progetto “Pauperismo mistico e opulenza barocca” è la dimostrazione di come opera il Terzo Settore della nostra Comunità e di come, attraverso la realizzazione di sinergie e di collaborazioni, produce valore.
Nascita e sviluppo del progetto
L’attenzione per i giovani caratterizza il FAI da sempre. L'obiettivo è stimolare nei giovani la conoscenza dei beni ambientali e monumentali del territorio, promuovere la consapevolezza che la tutela dell’ambiente, l’amore per l’arte e la storia del proprio territorio siano fonte di ricchezza personale e di opportunità lavorativa. La scelta della delegazione FAI di Ascoli cade quindi su un’azione di ricerca e di approfondimento da far fare a una piccola squadra di laureati con diverse competenze.
Lo scopo viene individuato in una relazione con documentazione fotografica. Inizialmente si decide di realizzare due testi, perché due sono gli ambiti di ricerca che vengono proposti: il pauperismo medievale e l’opulenza barocca. Circostanze non previste, in seguito hanno indotto a produrre un solo volume.
Nel mese di aprile 2012 si è insediato il gruppo di lavoro di giovani professionisti: due esperti di storia per le ricerche documentaristiche e di archivio, due esperti di archeologia per l’esame dei reperti del sottosuolo e dei resti di superficie, un esperto di ambiente naturale per l’esame del territorio su cui insistono gli eremi, un grafico per il progetto editoriale.
Con la costituzione del team è stato dato avvio ai lavori di ricerca sugli eremi effettuando numerose ricognizioni sul territorio per la campagna fotografica sugli eremi di Colle San Marco e Montagna dei Fiori e ricerche presso la Biblioteca Civica e l'Archivio di Stato.
La delegazione Fai ha poi operato la scelta dei palazzi: sono stati contattati i proprietari e il gruppo ha dato inizio alle riunioni organizzative, alle ricognizioni, all’acquisizione della documentazione, alle ricerche bibliografiche, alla stesura dei testi, ai rilievi fotografici. Quasi due anni il tempo di realizzazione del progetto.
Il volume
Pauperismo medievale e opulenza barocca. Due fenomeni agli estremi, lontani anche nel tempo, ma sui quali è interessante offrire approfondimenti. Il salto di diversi secoli che separa i due temi si giustifica non solo per contrasto, ma anche per continuità, avendo individuato in Corso Mazzini l’asse portante attraverso cui la città dispiega la sua storia e la sua vita. Calpestata dai romani e percorsa dai loro carri fino a incidere di binari le grandi pietre del lastricato, lo stesso che di continuo affiora a poco più di un metro dalla superficie viaria che ancora oggi noi percorriamo.
Coperta da una polverosa stratificazione di terra e di pietre su cui da una chiesa all’altra strisciavano i piedi nudi o i sandali malconci dei penitenti e degli oranti a implorare perdono, tornata a opulenta ostentazione di ricchezza nelle facciate dei palazzi che per due secoli si contendono primati di eleganza e modernità. Sarebbe stato più esaustivo, forse, dedicare pagine anche alle chiese e ai palazzi che, sparsi in vari luoghi della città, hanno concorso a fare di Ascoli una splendida testimone dell’evoluzione stilistica e architettonica del Seicento e del Settecento, ma è stato volutamente scelto di limitarsi alle facciate dei palazzi barocchi del Corso, per fare ancor meglio risaltare il collante storico offerto da quel percorso nell’arco dei secoli.