Si tratta del più grande "tibetologo" del novecento che sarà il protagonista degli appuntamenti della rassegna in programma alla Cartiera Papale di Ascoli Piceno venerdì 7 e sabato 8 giugno.
Dibattiti, momenti di spettacolo e di danza ed una mostra straordinaria "sul tetto del mondo" prima dell'invasione cinese con fotografie e video quasi del tutto inediti delle esplorazioni di Tucci compiute tra il 1930 e 1948 e che raccontano una realtà che non esiste più.
L'iniziativa è stata presentata oggi, a Palazzo San Filippo, dall’Assessore alla Cultura Andrea Maria Antonini insieme al dirigente del Servizio Cultura e Turismo Roberto Giovannozzi e ai due direttori artistici del Festival Maurizio Serafini e Carlo Lanciotti, che hanno illustrato nel dettaglio gli eventi della due-giorni che prenderà il via venerdì, con l’inaugurazione alle ore 10, della mostra “Tucci l’esploratore dell’anima e Tangka Tibetane”.
Saranno ospiti dell'evento monaci in esilio del Monastero Tibetano di Gaden Jang Tse che, alle 11, lavoreranno alla realizzazione del mandala di sabbia, rappresentazione ideale in forma grafica dei rapporti tra l'universo e la mente dell'uomo.
Alle 15 è prevista la proiezione di una serie di documenti video: “Tucci: scienziato, esploratore e pellegrino nelle terre del cielo”,“Il Tibet Perduto”, “Tucci: tra il concreto e l’astratto”, “Spedizione in Tibet del 1933”. Alle 18 avrà luogo l'interessante convegno dal titolo “Tucci e il Tibet” a cui prenderanno parte insigni studiosi della cultura tibetana come Claudio Cardelli, Presidente Associazione Italia-Tibet, Adolfo Morganti, direttore della Casa editrice "Il Cerchio" e gli scrittori Enrica Garzilli e Stefano Ardito, autore di un libro sulla regione nepalese del Mustang trasformata dalla globalizzazione. Presenti anche i monaci del Monastero di Gaden Jangtse che daranno la propria testimonianza di vita ed esperienza. Sabato 8 giugno, in mattinata saranno proiettati i video documentativi sulla vita di Tucci e la sua esperienza in Tibet, mentre nel pomeriggio, alle 17, andrà in scena “Homage to Buddha” un caratteristico spettacolo di danze e preghiere tibetane. Chiusura, in chiave spirituale con la dispersione del mandala di sabbia nelle acque del fiume Castellano.
"Si tratta di un momento di riflessione su uno dei più grandi orientalisti del XX secolo - ha spiegato l'Assessore Antonini - una figura che incarna perfettamente lo spirito del Festival dell'Appennino che è quello allargare gli orizzonti, esplorare, conoscere i luoghi direttamente ed essere 'viandanti' fisici e dell'anima.
La mostra, il convegno e le altre iniziative rappresentano un'occasione d'eccezione per conoscere la cultura e la spiritualità di un popolo che sta soffrendo e auspico che, a livello internazionale, si possano trovare soluzioni per soddisfare esigenze ed interessi molto intricati e complessi. Vorrei sottolineare - ha aggiunto l'Assessore - come il Festival stia riscuotendo notevole successo e, nonostante il maltempo, tutte le date siano state rispettate: in particolare vorrei evidenziare l'aspetto sociale della rassegna che, in un momento di crisi con i suoi appuntamenti gratuiti, rappresenta un'opportunità di aggregazione e di intrattenimento importante per la comunità picena".
Il dirigente Giovannozzi ha ricordato gli orari della mostra che sarà visitabile fino al 30 giugno tutti i giorni tranne il lunedì il mattino dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 16 alle 19. "Nei giorni 7 e 8 giugno - ha evidenziato il dott. Giovannozzi - l'ingresso alla mostra e agli eventi sarà gratuito con la possibilità anche di visitare il Museo dell'Acqua recentemente inaugurato e le altre collezioni presenti nella splendida struttura della Cartiera Papale".
Una breve biografia di Giuseppe Tucci
Tucci, nato nel 1894 a Macerata, si trasferì per un breve periodo con la sua famiglia anche ad Ascoli, intorno al 1915 prima di partire per il fronte della prima guerra mondiale. Dagli anni, dopo il conflitto bellico parte la sua avventura culturale e conoscitiva verso l’estremo oriente che lo porterà ad entrare in contatto con grandi civiltà e grandi religioni. Visse India dal 1925 al 1930 insegnando italiano e cinese presso importanti Università. Nominato Accademico d’Italia nel 1929, ad appena 35 anni, fu docente presso l’Istituto Orientale di Napoli (1930) e l’Università di Roma (1932-1969). Tra le sue imprese, da ricordare quando percorse a piedi con le carovane, le lande himalayane in ben 14 spedizioni (Tibet e Nepal). Da quei viaggi ne riportò una florida documentazione culturale, artistica e antropologica straordinaria, descritta nelle sue opere che ad oggi sono considerate come i capisaldi dell’orientalismo moderno.
Tra le onorificenze e cariche ricevute, fu vice-presidente e poi, dal 1947 presidente dell’ISMEO (Istituto Italiano per il Medio e l’Estremo Oriente), fondato nel 1933 insieme a Giovanni Gentile. Fondò e diresse diversi periodici, Dal 1956 fu alla testa di storiche missioni archeologiche dell’Italia in Afghanistan, Iran e Pakistan da cui sono state riportate alle luce testimonianze. Nel 1976 ricevette il Premio Jawaharlal Nehru per la Comprensione Internazionale.