Inaugurato 'The garden of lost love'

Inaugurato 'The garden of lost love'

Il Mammuth 'verde' è un’opera installazione realizzata dall’artista ascolano Dante Fazzini

La fantasiosa opera, apprezzata dai docenti e dalla  Dirigente dell’ Istituto Scolastico Comprensivo “ Borgo Solestà- Cantalamessa” Dott.ssa Silvia Giorgi è stato voluto e  sostenuto dall’Amministrazione Comunale si intitola ”THE GARDEN OF LOST LOVE” e si concretizza nella sostanza visiva nel risveglio di un Mammut attraverso le sembianze di un grande e maestoso albero.

Come spiega il curatore della realizzazione Prof. Dante Fazzini che  in passato ha realizzato degli interventi simili in ambiente urbano:
  “ …la visione creativa è uno strumento utile,  in particolare nei bambini;  essa va costantemente incentivata tenendo vivo il senso dello stupore e nel proporre strade aperte e divergenti attraverso l’uso della fantasia e della percezione.
Esattamente come avviene nell’elaborazione di un opera d’arte , anche attraverso il risultato comunicativo”.

L’opera”Il giardino dell’amore perduto” vuole essere un sano viatico, uno stimolo alla visione, un invito alla capacità poetica del sognare.

Inoltre, sostiene la Dirigente “proprio la scelta della Scuola Gianni Rodari, dedicata al Maestro  della creatività infantile, come luogo di collocazione dell’opera   è un’ intuizione colta e squisitamente educativa, che pone l’inesauribile riserva di fantasia dei bambini al posto d’onore, come punto di partenza per ogni azione didattica e pedagogica significativa e motivante “.
Di sicuro però ringraziamenti e onori, a parte al Sindaco e alla dirigente che si sono dimostrati sensibili verso la splendida idea del prof. Fazzini,  vanno  soprattutto all’albero , vero protagonista del progetto : un Cedro Deodara Pendulo, pianta particolarmente rara.
L’arbusto si è prestato pazientemente all’intervento d’arte, come farebbe un gigante buono,  accondiscendente nei confronti di vivaci discoli lillipuziani.
”THE GARDEN OF LOST LOVE” è nato come  visione e gioco dell’artista,  e, il compito  di chi opera e ricerca  nell’ambito creativo espressivo è di indicare nuovi percorsi di pensiero dentro i recinti  degli stereotipi già noti.
Difatti , all’inizio, dopo la proposta dell’ideatore tutti coloro che hanno accettato il progetto  hanno concordato che il Cedro in effetti aveva quella strana forma zoomorfa.
Un operazione dall’aspetto forse un po’ intrusivo,  è vero, ma che ha avuto il pregio di risvegliare l’attenzione di chi  non si era mai accorto dell’albero, della sua presenza  imponente e poetica, della sua forza evocatrice  di arcaiche magie e di flebili ricordi  di un tempo in cui il rapporto tra uomo e natura era un patto di amore, di indissolubile rispetto.