, Valencia e Siviglia che accorrevano dalle loro circoscrizioni per recarsi ad una sessione plenaria del parlamento.
Armati di fischietti ed altoparlanti invocavano l’approvazione di una legge per fermare i pignoramenti immobiliari.
Nella Spagna odierna, riferisce il giornale Liberation di Parigi, migliaia di famiglie sono lasciate in strada per aver perso il posto di lavoro e perché non riescono più ad onorare le rate del mutuo. Dopo quattro anni di lotte per mettere fine al dramma dei pignoramenti immobiliari, oltre 500 al giorno dall’inizio del 2013, sono nati centinaia di collettivi anti-sfratti distribuiti su tutto il territorio iberico che hanno messo a punto una nuova strategia denominata “sputtanamento”.
Questo termine designava in Argentina le manifestazioni dei cittadini che negli anni novanta, avevano lo scopo di svergognare pubblicamente i responsabili della repressione militare tra il 1976 ed il 1983, con azioni fatte in genere dinanzi alle loro case.
Gli indignatos hanno organizzato un rumoroso sit-in davanti l’albergo che ospitava alcuni deputati a Barcellona. “La nostra strategia - dice Ada Colau ispiratrice dei collettivi antisfratto - è assolutamente pacifista, non picchiamo nessuno ma teniamo alta la pressione popolare per indurre i deputati, molti dei quali si oppongono a votare una legge popolare che ha già raccolto quasi un milione e mezzo di firme per bloccare questi sfratti, e cancelli la retroattività degli arretrati dopo la perdita della propria casa”.
Da qualche giorno queste singolari azioni si sono intensificate. Sfruttando l’effetto sorpresa,decine di militanti hanno pedinato parecchi deputati, per lo più alti dirigenti del Partito Popolare al potere, facendo loro la posta davanti al parlamento, fuori dai loro uffici e spesso sotto casa loro. Tutte le volte che un deputato esce, si sente schernire, insultare, con un sottofondo di pentole battute e slogan scanditi con gli altoparlanti.
Il 14 marzo di quest’anno la Corte europea di giustizia ha dato ragione ad un querelante spagnolo ritenendo “ingiusta” una legge nazionale risalente al 1909, che permette sfratti in tempi rapidi e cioè dopo il primo avviso di mancato pagamento della rata, impedisce al proprietario di appellarsi contro i termini del contratto firmato con le banche e costringe lo sfrattato ad onorare gli arretrati con tassi proibitivi.
Il governo di Mariano Rajoy, malgrado la pressione popolare si rifiuta di tener conto delle richieste.
Secondo un sondaggio l’85 per cento degli spagnoli, commossi dalle famiglie accampate in strada, appoggia la battaglia contro i pignoramenti.
Da dicembre ad oggi sei persone in procinto di essere sfrattate si sono suicidate.