Come in ogni giornata della rassegna, i lavori in gara vengono proiettati alle ore 18 a Palazzo Piacentini. L’ingresso è gratuito, come a tutti gli appuntamenti del festival. E particolarmente interessante, in serata alle 21,30 sempre a Palazzo Piacentini, il documentario «In me non c’è che futuro. Ritratto di Adriano Olivetti» di Michele Fasano (2011, 72 minuti), per la sezione tematica fuori concorso «Cinema industriale», che prende il via proprio martedì.
«Abendland», secondo lavoro in gara, è un documentario girato nel 2011 dal regista austriaco Nikolaus Geyrhalter e mostra situazioni reali della notte: gli uffici postali, la sicurezza nei centri di permanenza temporanea (cpt), le proteste, un oktober fest, riunioni di lavoro, chi nasce e chi muore. Un lavoro di 90 minuti, ottenuto da 170 ore di «girato» in 14 mesi.
Ma la giornata di martedì, seguendo il consueto schema del Bizzarri, parte alle 10 nell’aula magna dell’ITC «Capriotti» con il workshop «Una vita di passione per il documentario» a cura del regista Loris Rossi, con interventi del ricercatore universitario Riccardo Bernini e l’autrice tv e regista Graziella La Rosa. Nella Sala Bizzarri, via Gronchi 11, quartiere Agraria, ci saranno invece due proiezioni a partire dalle ore 17, per la sezione «Dal sud al nord dall’est all’ovest»: «A fairy-tale valley in the carpathian mountains» di Reinhard Kungel (2011, 52 minuti) e a seguire «A monastery in the Pyrenees»d i Titus Faschina (2011, 52 minuti).
Gli altri appuntamenti a Palazzo Piacentini, oltre ai due citati: alle 16 «The horse boy» di Michel Orion Scott (Usa 2009, 93 minuti), vincitore di vari premi, racconto intimo e epico di una famiglia che parte dagli Stati uniti per attraversare la Mongolia a cavallo nella speranza di aiutare il figlio affetto da autismo, un tema analogo a quello trattato nel libro «Se ti abbraccio non aver paura» di Fulvio Ervas (2012). A seguire prosegue l’omaggio a Giuseppe Ferrara (premio alla carriera e presidente di giuria al Bizzarri 2012): «Minatore di Zolfara» (1963, 12 minuti), ricostruzione della tragedia della zolfara siciliana di Gessolungo, in provincia di Caltanissetta, in cui morirono 23 operai.
In serata, prima del documentario su Adriano Olivetti, e sempre per la sezione «Cinema Industriale» curata da Gualtiero De Santi e Enzo Eusebi, «Manon finestra 2» di Ermanno Olmi (1956, 12 minuti), lavoro giovanile di Olmi, girato trai lavoratori di un impianto idroelettrico in montagna.