Regione, accordo per la disciplina dell'apprendistato

Regione, accordo per la disciplina dell'apprendistato

Luchetti: Un importante passo avanti per accrescere l’occupabilità dei giovani

Documenti che recepiscono le recenti nuove disposizioni emanate a livello nazionale, contenute nell’apposito Testo Unico.
Quest’ultimo definisce l’apprendistato come contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani, la cui disciplina è rimessa ad appositi accordi interconfederali ovvero ai contratti di lavoro stipulati a livello nazionale o interconfederale e mantiene la classica suddivisione delle tre tipologie di contratto innovandole: apprendistato per ottenere la qualifica e il diploma professionale, anche per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione destinato ai giovani di età compresa tra 15 e 25 anni; apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, destinato ai giovani di età compresa tra 18 e 29 anni, per il conseguimento di una qualifica professionale mediante assunzione in tutti i settori di attività, pubblici e privati; apprendistato di alta formazione e di ricerca, destinato ai giovani che dai 18 ai 29 anni intendono acquisire un diploma di istruzione secondaria superiore, titoli di studio universitari e dell’alta formazione, nonché per il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche o per esperienze professionali.

Tre sono, dunque, i documenti sottoscritti questa mattina, preceduti da momenti di confronto tra le parti, conclusi con la loro approvazione nella seduta della Commissione Regionale Lavoro del 20 luglio scorso.

“I documenti firmati oggi – dichiara l’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti – rappresentano un passo avanti importante a favore dei giovani. Accrescendo, infatti, la loro professionalità e le loro competenze, se ne potenzia comunque l’occupabilità, contribuendo a ridurre la dispersione scolastica e formativa”.

Riguardo alla prima tipologia di apprendistato, per accrescerne il fattore di interesse da parte delle imprese e dei giovani, gli obiettivi sono la valorizzazione delle competenze pregresse; la qualificazione e caratterizzazione del sistema dell’offerta formativa attraverso un’organizzazione strutturata e allo stesso tempo modulare e flessibile di erogazione che preveda l’intervento delle agenzie formative e delle istituzioni scolastiche anche in forma congiunta; la valorizzazione dell’impresa quale soggetto formativo che, sulla base del Piano formativo individuale concordato con l’istituzione scolastica e l’agenzia formativa, favorisca la realizzazione del programma formativo; la valorizzazione del ruolo delle Parti sociali; l’interazione tra impresa, istituzione scolastica e agenzia formativa.  A questo scopo specifico vengono introdotte le figure del tutor didattico e del tutore o referente aziendale che operano in raccordo per il coordinamento della attività previste dal Piano Formativo Individuale dell’apprendista.

Il secondo tipo di formazione, professionalizzante e di mestiere, è svolta sotto la responsabilità dell’azienda ed è disciplinata  dagli accordi interconfederali o collettivi in ordine alla durata e alle modalità di erogazione della formazione per l’acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche in funzione dei profili professionali. La Regione Marche regolamenta l’offerta formativa pubblica finalizzata all’acquisizione delle competenze di base e trasversali nelle seguenti discipline: sviluppo delle competenze relazionali, organizzazione ed economia, disciplina del rapporto di lavoro,  informatica, lingua straniera, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Sull’apprendistato per l’alta formazione e ricerca, “lo scopo prioritario dell’attivazione di questa innovativa tipologia contrattuale – spiega ancora Luchetti – è l’adozione di una metodologia basata su una forte integrazione tra il percorso realizzato in azienda e il percorso realizzato nell’istituzione formativa: l’ateneo riconosce e valorizza il percorso in impresa e rilascia il titolo di studio finale attribuendo i crediti formativi anche per le conoscenze maturate lavorando in azienda. D’altra parte, il giovane apprendista laureato ha l’opportunità di conseguire un titolo di studio universitario ottenuto attraverso un percorso formativo misto, calato nel processo produttivo/aziendale che si trova al centro del piano di studio o di ricerca, con elevate possibilità di stabilizzazione occupazionale o quantomeno migliorare la propria occupabilità”.