E' con grande piacere e sentito onore poter lasciare un segno alla città di Ascoli Piceno. E quale occasione migliore se non quella della realizzazione del Palio della Quintana ed il Trofeo degli Sbandieratori. Un'occasione straordinaria che, appena mi è stata proposta, non ho esitato un solo istante ad accogliere.
L'intento è stato quello di farne un omaggio alla città e a questo evento della Quintana tanto amato e venerato dal popolo ascolano. Un omaggio all'architettura della città che conserva simboli antichi manifesti in strade, scorci, facciate e ponti, rendendoli unici e magici.
Un omaggio ai sei Sestieri rappresentati attraverso sei cavalli in corsa uscenti dal cuore della città. Dico anche perché, in primis, i Sestieri scenderanno come appesi, legati da fili che attraversano lo spazio, stesi sulle arcate poste a destra del dipinto.
I Sestieri saranno gli unici elementi ad avere il privilegio del colore all'interno dell'intero lavoro che è realizzato con tecnica su tela. Una tecnica che abbraccio da diversi anni e che consiste nello stendere il caffè come base colorante che va a creare la seconda scrematura del lavoro, dopo aver fatto i primi segni disegnati a matita che rimarranno visibili fino ai terzo intervento fatto con il carboncino.
Quest'ultimo si apre con un segno veloce, deciso e libero al contatto con il caffè e con la gomma. Il caffè viene utilizzato per creare volume alle forme e, con la sovrapposizione di linee a matita e a carboncino, creare prospettiva e profondità. La gomma poi, come tocco finale, va a spezzare il segno creando un continuo movimento e la percezione che l'opera sia incompleta, creando cosi la possibilità allo spettatore di completarla in base alla propria percezione visiva. Lo scenario è un progetto di una città ideale che, seppur inventata, richiama e rimanda alla città di Ascoli Piceno. Una città, questa, caratterizzata da cupole, facciate, e soprattutto torri verticali che irrompono sul senso dell'orizzonte. Complessivamente ho voluto mettere in evidenza la città secondo il mio punto di vista, valorizzando le straordinarie e profonde "rue" che la attraversano interamente, rendendola non solo caratteristica, ma anche magica e contemplativa. È questo l'omaggio che sento di fare ad Ascoli Piceno: rivivere nuovamente i luoghi che ci appartengono attraverso segni che formano e/o trasformano l'immagine, dando cosi vita ad un nuovo volto della città. Per lo stendardo degli sbandieratori ho seguito la stessa linea e la stessa ispirazione, mettendo in primo piano due sbandieratori che, a passo di danza, creano movimento con il corpo e con le bandiere. Tutto questo dietro al grande scenario ascolano. Ringrazio vivamente il professor Stefano Papetti per avermi dato una cosi grande opportunità, l'Ente Quintana, il Comune di Ascoli Piceno e la città stessa che mi ha accolta e ispir potendo cosi lasciare un segno che testimoni il mio passaggio.
L'intervento del professor Stefano Papetti
l'esecuzione del palio per l'edizione di luglio della Quintana e per la gara degli sbandieratori è stata quest'anno affidata ad una giovane artista laziale, Erika D'Elia, che ha già esposto le sue opere ad Ascoli Piceno presso la sala dei mercatori.
Il suo linguaggio, coerenternente con un percorso breve ma già ben caratterizzato sul piano espressivo, si fonda sulla ricerca di una trama grafica che suggerisce dinamismo delle strutture architettoniche e delle figure, proponendo un'originale rivisitazione di tematiche care all'arte futurista.
Per il Palio, la giovane pittrice disegna delle trame edilizie che, pur senza riprodurre uno scorcio urbano ascolano realmente esistente, richiamano le peculiarità del centro storico cittadino, suggerendo volumi che rievocano le torri slanciate di San Francesco e le strette tue fiancheggiate da palazzi monumentali.
È questo il percorso compiuto da sei cavalli lanciati al galoppo che vengono nella nostra direzione, assecondando con il loro movimento il dinamismo che coinvolge anche le strutture architettoniche, definite da linee che si sovrappongono suggerendo l'impressione dei fotogrammi di una pellicola. il riferimento iconografico è da cogliersi nella rappresentazione della corsa equestre che, in occasione delle feste patronali di Sant'Emidio, fino alla fine del XIX secolo si svolgeva lungo corso Mazzini per terminare in Piazza Arringo, davanti al sagrato della Cattedrale dove era esposto il Palio da assegnare al vincitore della competizione.
Anche il drappo destinato agli sbandieratori evidenzia una concezione dinamica che dalle strutture architettoniche si riflette sulle bandiere gettate al vento.
La tecnica esecutiva prevede, secondo formule espressive già sperimentate dalla pittrice, l'uso del carboncino sfruttato per tracciare le linee dinamiche delle compOsizioni, di parche notazioni chiaroscurali che orientano verso una concezione monocrornatica dei dipinti, mentre il colore é riservato alla definizione degli scudi araldici dei tesseri cittadini che spiccano per la vivacità dei toni sulla orchestrazione generale delle opere.
Prof. Stefano Papetti