«Non si è salvaguardato il complesso ex Unes»

«Non si è salvaguardato il complesso ex Unes»

A causa della realizzazione di un numero esagerato di nuovi edifici

Nella nota venivano indicate in maniera analitica le motivazioni che giustificavano ampiamente la richiesta.
Purtroppo deve constatarsi che in questo caso, come in altri verificatisi nella nostra città  (si veda quanto occorso nel comparto di Via Firenze, dove la richiesta di evitare la scomparsa dal panorama cittadino di alcuni pregevoli esempi di edilizia di qualità e di un rigoglioso giardino non è stata presa in considerazione, permettendo la costruzione di un numero sproporzionato di edifici, che, di certo, come ripetutamente fatto presente, determineranno conseguenze gravi sulla vivibilità del quartiere interessato alle nuove edificazioni) non si è ritenuto di salvaguardare in maniera adeguata il complesso edilizio, pregevole esempio di archeologia industriale, con il  contiguo lussureggiante giardino, permettendo la realizzazione di un numero esagerato di nuovi edifici, che, tra l’altro, si vanno a porre come una impenetrabile cortina tra la prestigiosa e ricca struttura urbana del centro storico cittadino e la preziosa quinta collinare.
Così dopo la realizzazione della tangenziale nord,  primo momento di separazione della città dalle vicine colline, ora si procede a costruire questi nuovi edifici proprio a ridosso dell’asse stradale, interrompendo completamente il rapporto fecondo con i campi e e la lussureggiante vegetazione del sistema collinare.
D'altronde è da rivelare che anche la contigua Chiesa del Sacro Cuore, con la sua armoniosa facciata, appare come oppressa dalla realizzazione delle nuove costruzioni.
Nel frattempo, a poca distanza da queste ultime , l'edificio dell'ex Gil, esemplare e nobile esempio di  architettura  razionalista del ventennio,  si trova in una condizione di estremo degrado e perde letteralmente i pezzi. La sua presenza peraltro, pur nella presente condizione di abbandono, si pone come un muto e severo esempio delle corrette modalità da seguire nella realizzazioni di nuove costruzioni, da effettuare nel segno del rispetto dei valori urbani e del paesaggio.
La presente segnalazione vuole essere ancora una volta  un  richiamo, “ a futura memoria ”, perché si abbia un buon ricordo di quello che si sarebbe potuto salvare rispetto a quello che invece è stato permesso e distrutto.
E’ proprio per rendere possibile questo confronto oggettivo che alleghiamo le foto di quella che era la situazione precedente, di quella attuale, di quella  futura.
Vorremmo chiudere questa segnalazione  con l’augurio che anche Ascoli si avvii finalmente  sul sentiero del “ consumo zero del territorio", scelta già effettuata da alcuni comuni virtuosi, privilegiando finalmente l'attività di recupero e restauro dell'esistente, unica possibilità di salvare il salvabile e di fornire autentiche opportunità di un solido sviluppo economico e di lavoro per tutti coloro che operano nel settore dell’edilizia.