Si tratta di una silloge di più trattati messi insieme nel 1363 dal francese Guy de Chauliac, uno dei grandi maestri della chirurgia medievale formatosi alla scuola bolognese, che raffinò le sue conoscenze anatomiche con l’esperienza delle autopsie sulle vittime della peste nera, autorizzata da Papa Clemente VI nel 1340. A commentare l’opera, nota con il nome “La grande chirurgia”, sarà il medico e storico della medicina antica Stefano De Carolis, che ha svolto, tra le altre, importanti ricerche a Rimini e Fano, partecipando alla ricognizione dei resti mortali di Malatesta e collaborando alla realizzazione del documentario “L’arte breve” di Adolfo Conti, vincitore di premi internazionali, dedicato alle vicende della Domus del chirurgo di Rimini.
Il libro “La grande chirurgia”, stampato a Venezia nel 1498 dal bergamasco Boneto Locatelo e dal monzese Ottaviano Scoto, fu destinato principalmente al ricco mercato dell’Università di Padova e del suo Studio di Medicina ed ebbe grande diffusione, restando fino al 18esimo secolo il principale trattato per l’insegnamento della chirurgia.
Tre le parti in cui è suddivisa l’opera: anatomia (indispensabile per localizzare la malattia), descrizione dei “vari stati morbosi” (di interesse i capitoli sulle fratture e distorsioni e sull’amputazione degli “arti gangrenosi”) e terapia, con indicazioni per l'uso di antidoti e salassi. Il libro fu scritto volutamente non in latino, la lingua ufficiale, ma in un insieme di idiomi in cui al latino si mescolano frasi e termini arabi, greci, provenzali e in lingua volgare. Nel volume sono contenuti anche altri trattati, come quello di Bonaventura di Castello sulle virtù benefiche delle acque di Porretta e gli scritti di chirurgia di Bruno di Calabria, Teodorico di Cervia, Rolando da Parma, Lanfranco da Milano, la pratica di Ruggero Frugardi, tutti autori del XIII secolo.
Conclude l’opera, il commento di Leonardo Bertapaglia (sec. XV) ad Avicenna, il grande medico e filosofo persiano vissuto tra X e XI secolo.
Stefano De Carolis è dirigente Medico di I livello all’Unità Operativa di Geriatria dell’Ospedale "Infermi" di Rimini. Tiene un corso di Storia della Medicina alla facoltà di Ostetricia nel Polo riminese dell’Università di Bologna. Da sempre appassionato di storia e arte, è consigliere della Società Italiana di Storia della Medicina e redattore della Rivista di Storia della Medicina.
Appartiene anche all’International Society for the History of Medicine. E’ autore di numerose pubblicazioni e tra le più recenti, dopo l’importante monografia scritta con Angelo Turchini, “Giovanni Bianchi. Medico primario di Rimini e archiatra pontificio” (Rimini 1999); “Medici e pazienti nell’antica Roma.
La medicina romana e la domus ‘del Chirurgo’ di Rimini. Atti del Convegno internazionale” (Rimini, 2008), curato con Valeria Pesaresi; “Ars Medica. I ferri del mestiere. La domus del ‘Chirurgo’ di Rimini e la chirurgia nell’antica Roma” (Rimini 2009).
La rassegna “Pezzi facili” è organizzata dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro con il patrocinio e contributo della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune di Pesaro e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L’ingresso è libero.Info: Biblioteca Oliveriana, tel .0721 33344; biblio.oliveriana@provincia.ps.it ; www.oliveriana.pu.it