Napoletango: musical latino-napoletano di Giancarlo Sepe

Napoletango: musical latino-napoletano di Giancarlo Sepe

In scena a Fano martedì 10 e mercoledì 11 gennaio

 

Energia e voglia di vivere a ritmo di musica, cambi di scena e coreografie colorate che sembrano fotografie. Napoletango è un musical surreale, dove 19 attori recitano in maniera corale sulle note di tanghi antichi e moderni, alternati a tarantella e rock. Ideato e diretto dal regista Giancarlo Sepe, con un tema di Luis Bacalov, lo spettacolo ha debuttato in prima internazionale nel prestigioso San Carlo di Napoli a giugno 2010, nell'ambito del Napoli Teatro Festival Italia.
Da allora ha girato i teatri di tutta Italia riscuotendo sempre un altissimo consenso da parte del pubblico che ha affollato ogni rappresentazione. Il grande successo italiano è stato ripetuto in Spagna e a Londra, dove la compagnia si è esibita lo scorso agosto al prestigioso London Coliseum Theatre. Napoletango prosegue quel percorso teatrale intrapreso da Sepe ormai da molti anni: fondere insieme l’immagine e la musica, trasportandole in quel grande contenitore che è il teatro.
Al centro del progetto, la famiglia Incoronato, definita da Sepe come “un chiassoso circo familiare”. La storia di una famiglia del sud raccontata a ritmo delle musiche di Gardel e Piazzolla, e soprattutto di Luis Bacalov.
Innamorata dell' “o' tango”, essa si presenta al pubblico approdando sul palco, munita di valigie di cartone e spuntando da ogni dove della platea. Si esibisce nelle locande di terz'ordine per raccontarsi attraverso esibizioni canore coreografate in maniera approssimativa, sgraziata, ma sanguigna.
Poi viene finalmente ingaggiata per un vero spettacolo, in un vero teatro. Il pubblico li incontra il giorno prima del grande evento e li accompagnerà fino all’atteso debutto.
E con la messinscena dello spettacolo si infrange la quarta parete: “Il tango tracimerà nella platea e costringerà il pubblico a ballare facendo coppia con gli attori dello spettacolo, che nel frattempo, finito lo spettacolo saranno scesi tra il pubblico. Chi è l' attore, Chi, lo spettatore?" si chiede Sepe nelle note di regia.
Un inno alla vita che con i 19 attori, ballerini, musicisti, acrobati, scelti con un bando di concorso cui hanno risposto oltre duemila artisti, invade il teatro. Il tango, da sempre definito come “il pensiero triste che si balla”, diventa invece il trionfo della vita sull’accademismo borghese, del sangue versato per amore contro la prudenza e l’intimità.
Sepe attraverso la storia della famiglia Incoronato ci riconduce alla nascita di questo ballo, sottolineando come una delle sue componenti originarie sia proprio il ceppo napoletano. Sono stati infatti gli emigranti del Vesuvio, con gli argentini e gli uruguaiani, a dar vita a quei ghetti di emarginati che per la prima volta hanno così potuto esprimersi liberamente. In questo modo gli immigrati nutrirono la danza con i loro umori, le loro tradizioni, creando quel mix affascinante che è il tango.
Non a caso molti compositori, dai primi del Novecento agli anni Trenta e Quaranta, sono figli di italiani: Aníbal Troilo, Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, Francisco De Caro. Fin dalla prima stesura del testo drammaturgico di Napoletango, Sepe immaginava un cast di attori, musicisti, ballerini, acrobati, funamboli, artisti versatili e con una “napoletanità” d’epoca, dal carattere antico, più o meno tra i primi del Novecento e gli anni Sessanta - Settanta.
 
In scena Cristina Donadio (Concetta Incoronato, la matriarca), Stefano Capitani, Elisabetta D’Acunzo, Sergio Di Paola, Barbara Folchitto, Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere, Francesco Moraca, Pablo Moyano, Raffaele Musella, Matteo Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto, Caterina Pontrandolfo, Marcela Szurkalo, Nella Tirante, Luca Trezza. Le scene e i costumi sono di Carlo De Marino, le luci di Umile Vainieri, la colonna sonora è a cura di Harmonia Team con musiche originali di  Davide Mastrogiovanni.
 
 
 
Inizio spettacoli ore 21.00

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