Gli interventi dei Cardinali Peter Turkson e di Mario Toso erano indirizzati ai Capi di Governo che il 3 e 4 novembre prossimi converranno a Cannes in Francia per la sesta riunione del G-20, per discutere di questioni riguardanti l’economia e la finanza mondiale.
“La Santa Sede – ha detto Turkson –segue le questioni con viva e particolare attenzione ed esorta ed incoraggia non solo ad una azione d’insieme ma ad una azione basata su una visione chiara di tutti gli aspetti economici,sociali,culturali e spirituali”. La nota del Vaticano chiede ai responsabili delle nazioni di tornare al “primato della politica e sulla economia e la finanza”.
Auspica una autorità mondiale che nella attuale crisi governi il sistema finanziario, che dovrebbe portare ad una Banca Centrale Mondiale e dovrebbe avere una impostazione realistica, per giungere a sistemi monetari e finanziari efficienti ed efficaci, mercati liberi e stabili,disciplinati da un adeguato quadro giuridico.”Logica vorrebbe” prosegue la nota Vaticana,che questa autorità mondiale si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite. In questa nuova autorità dovrebbero convivere politiche di governance ed una autorità super partes. La proposta Vaticana spiega che questa Autorità dovrà avere come compito quello di servire il popolo,quindi in grado di adottare scelte politiche vincolanti purchè orientate alla realizzazione del bene comune a livello mondiale,regionale, locale. Secondo il documento, l’approccio multilaterale seguito fino ad oggi per governare il mondo – come il G7 o G20 – non solo non ha funzionato ma ha messo all’angolo le esigenze dei Paesi più poveri. Quello auspicato dal Pontifico Consiglio non è un altro organismo dove si fanno belle dichiarazioni di principio ma privo di poteri concreti, ma una struttura espressione di “un accordo libero e condiviso” che dovrebbe sorgere da “un processo di maturazione progressiva delle coscienze e delle libertà nonché dalla consapevolezza di crescenti responsabilità”. Non dovrà essere espressione di lobby o di un gruppo di Stati più o meno sviluppati, dovrà intervenire solamente dove singoli Stati o organismi interregionali non sono in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni dei cittadini.