Potrebbe essere un romanzo ma non lo è, è una storia vera, racconta infatti dello scavo segreto che Pio XII tra il 1939 ed il 1950 fece condurre nella necropoli sotto San Pietro alla ricerca della tomba dell’apostolo, fondatore di Santa Romana Chiesa che doveva essere lì sotto secondo una tradizione millenaria.
L’autrice che nella vita è Officiale dell’Archivio Segreto Vaticano ci rivela che il cantiere voluto da Pio XII nel 1939 si trasformò non solamente in un rifugio per ebrei perseguitati ma anche in un luogo dove tra il 1939 ed il 1945 Eugenio Pacelli congiurò contro Hitler.
Il racconto, appassionante per le vicende di spionaggio ed archeologia si intrecciano con le reliquie del Pescatore dimenticate in una cassetta e ritrovate agli inizi degli anni cinquanta, si snoda tra intrighi di curia e strategie geopolitiche.
A capo degli scavi, che avvennero in assoluta segretezza, il Papa pose monsignor Ludwig Kaas, esponente di spicco del partito cattolico di Centro all’epoca della repubblica di Weimar. Una persona assolutamente inesperta di archeologia e di tecniche di scavo, Kaas era però in stretto contatto con Joseph Muller, ignoto avvocato di Monaco, estraneo al Vaticano ma l’unico autorizzato a poter visitare la necropoli inaccessibile a tutti compresi i cardinali del Sacro collegio.
La studiosa, si concentra su fatti poco noti di storia vaticana, come gli incontri clandestini che avvenivano nella necropoli per favorire un complotto contro Hitler.
Pio XII accettò di fare personalmente da tramite e da garante per questi incontri senza però mai coinvolgere la Segreteria di Stato della Santa Sede.
In una curia formicolante di spie e delatori al servizio dei fascisti e dei nazisti, fu proprio Joseph Muller l’agente segreto tedesco spedito a Roma da un gruppo di generali “senza svastica” che cospiravano contro Hitler,a portare a Kaas, i piani di guerra del Fuhrer. Questi documenti furono trasmessi dal segretario personale di Papa Pacelli, il gesuita Robert Leiber, all’ambasciatore britannico presso la Santa Sede sir D’Arcy Osborne il quale informò il suo governo in vista di una possibile pace che avrebbe salvaguardato l’integrità della Germania.
Nel libro si parla anche del progetto delle SS di sequestrare il Santo Padre e trasferirlo nel Liechtenstein.
Una vicenda di grande interesse con tutti gli elementi per ricavarne un best seller o per un film alla Dan Brown di sicuro successo
La Frale riporta anche la preziosa testimonianza di sua nonna Renata Baldini che dopo il primo bombardamento degli alleati sullo scalo San Lorenzo si ritrovò faccia a faccia per strada, con il Papa giunto in incognito per rendersi conto dell’accaduto ma anche per pregare e dare una mano ai feriti.”Quell’uomo – gli disse la nonna – mi parve un povero Cristo secco come un chiodo che non sapeva più dove mettersi le mani con la città occupata dai tedeschi”.
“Un libro che ho dedicato ai giovani,”-ci dice la d.ssa Frale che abbiamo incontrato nel suo studio e che ha accettato di farsi fotografare con il piccolo Michele che da una foto e da una testimonianza pubblicata nel libro, ha appreso che anche il suo bisnonno fu artefice del salvataggio di alcuni ebrei considerati “fratelli perseguitati”.