Musicultura 2011, premio Miglior Musica a Piccola Bottega Baltazar

Musicultura 2011, premio Miglior Musica a Piccola Bottega Baltazar

Premio Miglior Progetto Discografico a Momo e Premio Miglior Testo ai potentini Babalù

Per citare solo alcuni degli artisti che sul palco dello Sferisterio hanno proposto set musicali come tracce ormai indelebili per il pubblico del festival della musica popolare e d’autore. Un pubblico attento e competente che ha seguito il succedersi di grandi ospiti e di vincitori accompagnati da un Fabrizio Frizzi, che con disinvoltura ha saputo dosare simpatia e maestria, muovendosi tra generi e codici espressivi diversi. Dalle canzoni d’autore dei più grandi della musica italiana alla poesia di Alda Merini interpretata da Arnoldo Foà, ai versi prestati al teatro canzone di Giorgio Gaber riletti da Luciana Castellina, fino all’ironia travolgente degli archi delle The Quartetto Euphoria.

Poi gli otto vincitori dell’edizione 2011 di Musicultura, per la prima volta nel catino dello Sferisterio di Macerata. Tra loro, oltre al vincitore assoluto scelto tra i quattro Andrea Cola, Babalù, Romeus e Renzo Rubino, sono stati premiati, Momo per il miglior progetto discografico, i veneti Piccola Bottega Baltazar per la miglior musica, e miglior testo assegnato dalla giuria composta dagli studenti delle università di Macerata e Camerino alla canzone Mio fratello è pakistano dei Babalù.

Sempre dalle due università è arrivata la targa Unimarche consegnata a Fiorella Mannoia dai due rettori Fulvio Esposito e Luigi Lacchè, rettori dei due atenei. Mentre il premio Afi dedicato al produttore Roberto Danè è andato proprio al direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli.

Tutti gli ospiti hanno dato il meglio nei set pensati appositamente per l’amicizia e la stima verso Musicultura, con un momento molto toccante regalato al pubblico da Amii Stewart a sostegno della campagna internazionale Walking Africa Deserves A Nobel (Nobel Peace Prize for African Women) cantando la canzone Walking Afrika, “una canzone semplice, con un ritmo che parla della gioia e della speranza delle donne africane” come ha detto la stessa artista statunitense presentando l’iniziativa che vuole candidare per la prima volta al Nobel per la Pace le donne africane.

Tre serate finali allo Sferisterio, accanto ad appuntamenti curiosi nelle piazze più significative di Macerata con la Controra, quest’anno in versione dilatata, a coprire una settimana intera. Tempi più lunghi, luoghi carichi di suggestione per un pubblico sempre più accalorato dai reading e dalle performance. “E’ormai un festival nel festival”, ha decretato Piero Cesanelli all’inizio di questo lunghissimo viaggio maceratese. E anche questa promessa, come molte altre, è stata rispettata.

Argomenti