Unità d'Italia, la preparazione diplomatica

Unità d'Italia, la preparazione diplomatica

Il ruolo svolto dal Conte di Cavour

Nel gennaio di quell’anno l’imperatore Napoleone III era scampato ad un attentato perpetrato ai suoi danni da un profugo romagnolo, Felice Orsini già ufficiale nella difesa di Roma e cospiratore mazziniano.L’imperatore uscì illeso ma quasi  duecento morti e feriti, a causa delle bombe lanciate,caddero intorno a lui. Orsini ed i suoi complici furono arrestati . Prima di salire sul patibolo l’attentatore scrisse all’imperatore una eloquente lettera in cui lo esortava a restituire all’Italia la sua indipendenza.La lettera,per esplicito consenso di Napoleone III fu letta dinanzi ai giudici dal difensore avvocato Favre. Di fatto l’attentato di Orsini non pregiudicò la causa dell’ Italia ma convinse una volta di più l’imperatore a meditare sulla necessità urgente di una risoluzione positiva per le sorti della penisola,cacciare l’Austria dall’Italia porgendo una mano al Piemonte.L’idea segreta di Napoleone III era quella di assicurare alla Francia l’antica influenza, se non proprio il dominio che essa aveva avuto nella penisola.
Nella Conferenza di Plombieres del 20 luglio 1858 si concretizzò  l’accordò. Napoleone III invitò segretamente  Cavour. Questi, col pretesto di un viaggio in Svizzera raggiunse l’imperatore ed in breve i patti, solamente verbali,dell’alleanza furono conclusi il 21 di luglio.Duecentomila francesi e centomila italiani sarebbero scesi in campo e, dopo la vittoria sugli austriaci,il regno di Sardegna avrebbe acquisito la Lombardia, il Veneto, i Ducati  e le Legazioni fino ad Ancona, mutando il nome in “Regno dell’Alta Italia”.Il dominio del Papa si sarebbe limitato a Roma con il territorio circostante, mentre l’Umbria le Marche e la Toscana avrebbero formato un altro regno con il nome di “Italia centrale”. Il regno delle Due Sicilie  sarebbe rimasto inalterato. I quattro Stati  italiani avrebbero formato una confederazione come quella della Germania e la presidenza sarebbe stata concessa al pontefice per compensarlo della perdita della maggior parte del suo dominio.
In cambio dell’aiuto la Francia avrebbe avuto la Savoia, quanto alla cessione di  Nizza, Cavour sollevò delle obiezioni  per ragioni di nazionalità. Infine l’imperatore espresse il desiderio che al cugino, Girolamo Bonaparte fosse accordata la mano della principessa Clotilde, figlia di Vittorio Emanuele. Ritornato a Torino Cavour mise sul piede di guerra l’esercito piemontese. Il giorno di capodanno del 1959 Napoleone III nel ricevere il corpo diplomatico si rivolse freddamente all’ambasciatore austriaco, Barone Hubner, con queste parole:”mi duole che le nostre relazioni col vostro governo non siano così buone come per il passato.Vi prego di dire all’imperatore che i miei sentimenti per lui non sono però mutati”.Parole gravi e minacciose che dimostrarono come ormai Napoleone III ritenesse propizio il momento dell’impresa.
L’alleanza militare segreta contro l’Austria, prevedeva sulla base degli accordi presi con Cavour a Plombieres, che la Francia sarebbe intervenuta in soccorso del Piemonte solo se questo fosse stato aggredito per primo dall’Austria che nel frattempo aveva ammassato ai confini, sul Ticino, ben duecentomila soldati. Ma la diplomazia europea rifiutava i venti di guerra. In particolare gli inglesi temevano che diminuita la potenza degli austriaci, Napoleone avrebbe ingrandito il suo potere in Europa. Cercarono quindi di mediare tra il governo sardo e l’imperatore d’Austria. Cavour abilmente fece naufragare le trame della diplomazia trascinando l’Austria a dichiarare guerra al Piemonte per rendere necessario l’intervento francese. Il 23 aprile 1859 l’Austria inviò un ultimatum al Piemonte affinché provvedesse a smobilitare l’esercito. Era il momento che il gran ministro aspettava. Iniziava così la seconda guerra di indipendenza. 

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