L'Italia e il Regno di Napoli

L'Italia e il Regno di Napoli

Certo la politica borbonica ebbe responsabilità e colpe mantenendo inalterati gli squilibri sociali e non promuovendo uno sviluppo omogeneo del regno.Si deve tener conto che i governi piemontesi postunitari acuirono il divario economico, sociale e culturale tra Nord e Sud.E’ giusto riconoscere quello che fu fatto dai Borbone.Gas e telegrafo arrivarono in anticipo rispetto agli altri Stati italiani , rispettivamente nel 1837 e nel 1852.Durante il loro regno furono inaugurati il Museo Archeologico,l’Osservatorio Sismologico Vesuviano,la Biblioteca Nazionale di Napoli,l’Accademia delle Belle Arti, l’istituto statale per i sordomuti, il convitto di medicina e chirurgia, quello di musica . Solo a Napoli che in quel periodo aveva oltre 400.000 abitanti ed era la città più grande d’Italia, si contavano   trentadue conservatori e quattordici scuole medie superiori. L’industria  cotoniera,in particolare,impiegava migliaia di addetti, nei cantieri navali di Castellammare lavoravano duemila operai  e mille ne erano impiegati nel Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa che era dotato di macchinari d’avanguardia. Tutto questo  ereditò l’ultimo dei Borbone Francesco II  - 1836/1894 –che regnò dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861.Di carattere timido,bonario, educato secondo principi religiosissimi,popolarmente noto come “Re Franceschiello”  sposò nel 1859 la principessa bavarese Maria Sofia Possenhofen,più giovane di lui di cinque anni e sorella minore dell’imperatrice Elisabetta d’Austria ,nota anche col nome di Sissi.
Il matrimonio a lungo non fu consumato per una fimosi di cui Francesco II soffriva.
Maria Sofia aveva  un temperamento opposto a quello del marito e più volte tentò di prendere le redini del regno incoraggiando il re a perseguire la strada delle riforme che non furono poche nell’arco di un così breve regno.
Ricordiamo l’abolizione dell’imposta sul macinato,la riduzione delle tasse doganali, l’apertura di nuove Borse di cambio, l’autonomia concessa ai Comuni . Insomma un Paese che si stava modernizzando.
La spedizione dei Mille   impressionò per la rapidità dei successi ottenuti.
A Calatafimi tremila soldati borbonici si ritirarono, in Calabria dove erano di stanza dodicimila soldati,oltre diecimila si arresero senza sparare un colpo.Sul Volturno fu il genio militare di Garibaldi a trionfare.L’armata borbonica si trovò stretta fra i volontari garibaldini e l’esercito piemontese sceso al sud al comando del generale Cialdini.
Francesco II e la noglie Sofia si rifugiarono nella fortezza di Gaeta ove i borbonici si difesero strenuamente per tre mesi fino al febbraio 1861 quando si arresero. Fu a Gaeta che Sofia seppe mettere in luce il suo coraggio, partecipando personalmente ai combattimenti vestita di un costume calabrese di taglio maschile affinché i civili ed i soldati la sentissero più vicina a loro.
 Roma fu la prima terra d’esilio dei Borboni. Durante il soggiorno romano  Sofia si innamorò di un ufficiale della guardia pontificia dal quale ebbe una bambina che le venne sottratta immediatamente ed affidata alla famiglia del padre. Lei confidò tutto al marito che seppe perdonarla.
Fu sempre a Roma che la coppia dopo dieci anni di matrimonio vide nascere una figlia,Maria Cristina Pia delle Due Sicilie  che non superò il terzo mese di vita.
Caduta Roma Sofia e Francesco si trasferirono dapprima in Baviera poi a Parigi dove vissero modestamente poiché il governo italiano aveva confiscato i loro beni  che avrebbe restituito se avessero rinunciato ad ogni pretesa sul trono delle Due Sicilie. Francesco  rifiutò rispondendo sdegnato:”il mio onore non è in vendita”. Morì nel Trentino, allora all’austriaco ove si era recato per sottoporsi a cure termali e venne sepolto nella chiesa di Arco.
Sofia da quel momento portò avanti una sua personale battaglia per riconquistare il trono ,arrivando persino ad avere contatti con gli anarchici sperando di utilizzarli in attentati contro i regnanti sabaudi.  Durante la prima guerra mondiale si schierò con l’impero tedesco sperando sempre che una sconfitta dell’Italia l’avrebbe riportata sul trono di Napoli.
Morì a Monaco nel 1925. Dal 1984 le sue spoglie, con quelle del marito e della figlia sono sepolte nella basilica di Santa Chiara a Napoli dove riposano tutti i sovrani di Casa Borbone.

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