«Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI

«Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI

Opera tradotta in sette lingue e con oltre un milione di copie già prenotate

I nove capitoli di questo  volume edito da Lev-Libreria editrice vaticana- ci propongono una riscoperta della figura di Gesù. In queste 310 pagine, come ci dice il Cardinale Marc Ouellet,  Prefetto della Congregazione per i vescovi che ha presentato il libro insieme al Prof Claudio Magris, scrittore e germanista,”il lettore è trasportato verso l’avvincente incontro con Gesù, figura familiare che si rivela ancor più vicina nella sua umanità come nella sua divinità”. Joseph Ratzinger discute innanzitutto del fondamento storico del cristianesimo ma affronta anche la questione del messianismo di Gesù  seguita da quella dell’espiazione dei peccati da parte del Redentore. Il Papa inizia il libro parlando dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme accolto dalla folla festante e seduto su un’asina come “un re della pace ed un re della semplicità,un re dei poveri“.
Non è un rivoluzionario politico, non avvia una insurrezione militare contro Roma. Il suo potere è nella pace di Dio che Egli individua come l’unico potere salvifico. ”Gesù –dice Ratzinger- non viene come distruttore, non viene con la spada del rivoluzionario, viene col dono della guarigione. Si dedica a coloro che a causa della loro infermità vengono spinti ai margini della propria vita ed ai margini della società”. Il giorno dopo l’ingresso a Gerusalemme caccia i mercanti dal tempio,combatte “la connessione tra culto ed affari, un tempio diventato un covo di ladri”.Nel terzo capitolo Benedetto XVI ci parla della figura  di Giuda “in lui incontriamo il pericolo che pervade tutti i tempi, il pericolo cioè che anche chi è stato una volta illuminato – dalla amicizia del Cristo – attraverso l’infedeltà decade spiritualmente esce dalla luce ed entra nella notte”.In Giuda che lo tradisce Gesù sperimenta “l’incomprensione, l’infedeltà, fino all’interno del cerchio più intimo degli amici” e la rottura dell’amicizia –prosegue Benedetto XVI-giunge fin nella comunità sacramentale della Chiesa dove sempre ci sono persone che prendono “il suo pane” e lo tradiscono.In altro capitolo il Papa affronta la questione della diversa datazione dell’Ultima Cena. I Sinottici parlano di una cena pasquale.Il giorno dopo la festa della Pasqua Gesù viene processato e crocifisso. In Giovanni invece,l’Ultima Cena avviene il giorno prima della Pasqua, Gesù viene crocifisso non nel giorno della festa ma nella sua vigilia “Ciò significa che Gesù è morto nell’ora in cui nel tempio venivano immolati gli agnelli pasquali :Gesù -dice Ratzinger- è il vero Agnello”.
Parlando del Processo a Gesù il Papa sottolinea che a volere la sua morte non è stato “il popolo degli Ebrei” come tale anche perché Lui e gli stessi discepoli erano ebrei. Ad accusarlo era l’aristocrazia del tempio e nel contesto dell’amnistia proposta da Pilato, la massa dei sostenitori di Barabba.
”Se secondo Matteo -scrive il Papa - tutto il popolo avrebbe detto:Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli,il cristiano ricorderà che il sangue di Gesù non chiede vendetta e punizione ma è riconciliazione….non è maledizione ma redenzione e salvezza”. Benedetto XVI in questo libro confuta la tesi deicida che per secoli ha perseguitato gli Ebrei accusati ingiustamente dell’uccisione del Cristo portando i cristiani in dovere di “far soffrire gli ebrei perché dovevano far loro scontare il male che avevano fatto”.Il libro media per un dialogo con le altre confessioni cristiane, con gli Ebrei il cui coinvolgimento storico viene una volta di più escluso. Questa opera, tradotta in sette lingue e con oltre un milione di copie già prenotate, dialoga con altre tradizioni religiose sul senso di Dio e dell’uomo che emana dalla figura di Gesù, così propizia alla pace ed all’unita del genere umano, ed è stata molto stimata dal primo ministro israeliano Netanyahu che nei giorni scorsi ha inviato al Papa un messaggio di apprezzamento.

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