Una riapertura che è arrivata dopo otto mesi di lavori effettuati dalla ditta Rinaldi che ha messo in sicurezza la costruzione danneggiata dallo sciame sismico dell’aprile 2009 e che aveva prodotto delle lesioni sulle strutture della chiesa.
Inaugurazione civile che vedrà la partecipazione del Sindaco di Ascoli, Guido Castelli, del Direttore dei Musei Civici, Stefano Papetti, del progettista e direttore dei lavori, Mario D'Emidio e dei consulenti Stefano Lenci ed Enrico Quagliarini. Al termine dei saluti ci sarà poi l’esibizione musicale del Quintetto ‘Gaspare Spontini’
Domenica 27 febbraio, invece, ci sarà l’inaugurazione religiosa con la Solenne Concelebrazione di una Santa Messa alle ore 19 con il Vescovo Silvano Montevecchi.
‘E’ un piacere veder tornare a nuova luce la Chiesa della Carità. L’Amministrazione Comunale – ha dichiarato il Sindaco Castelli – intervenne subito dopo il sisma chiedendo un parere scientifico all’Università Politecnica delle Marche che rilevò alcune situazioni di degrado e dissesto che interessavano la facciata principale, la volta dell’aula, l’arco trionfale che divide l’aula principale dal presbiterio e il timpano/lunetta dello stesso presbiterio. Da qui la necessità di procedere con alcuni interventi a sostegno dell’arco trionfale e della porzione della volta a botte di copertura dell’aula ad essa adiacente. Un intervento – ha proseguito il primo cittadino – eseguito con l’impegno economico del Comune di Ascoli Piceno e l’assistenza del dinamico rettore della chiesa, don Angelo Ciancotti. Lavori che restituiscono ai fedeli, ma anche ai turisti, un altro dei monumenti che fanno parte del grande patrimonio artistico della città di Ascoli.
Con questi lavori di messa in sicurezza restituiamo alla città una importante testimonianza artistica, uno degli esempi più belli del barocco cittadino ed un luogo di culto particolarmente amato dagli ascolani’.
Soddisfatto anche l’assessore ai lavori pubblici Gianni Silvestri: ‘I lavori hanno interessato tra l’altro, lo smontaggio e il rifacimento della copertura, per garantire la stabilità dei conci in pietra dell’arco trionfale, il consolidamento e la stabilità della struttura voltata e la risarcitura delle lesioni che apparivano sul fianco destro della parete che sovrasta l’arco. Sulla facciata principale, poi – ha proseguito Silvestri – sono stati realizzati presidi puntuali (tiranti inseriti nei muri di spinta, cordoli, spillature con barre in materiale composito, ecc.) per garantire la collaborazione di questo elemento con le murature ortogonali così da evitarne il ribaltamento in presenza di eventi sismici’.
Anche il professor Stefano Papetti ha mostrato la sua soddisfazione. ‘I lavori hanno interessato anche il restauro delle opere in stucco e oro zecchino – ha detto – che decorano l’arco trionfale. Il risultato è stato il recupero, sotto strati di polvere, ma anche di colore grigio dato nell’Ottocento, dello strato originario di colori delicati che caratterizzano le monumentali figure dei due Profeti, insieme con la coppia di angeli reggi stemma con lo scudo in travertino della nobile famiglia Miliani, committente nel primo Seicento delle decorazioni dell’area attorno all’altare maggiore della chiesa, nonché di altre due cappelle. Questa riscoperta lascerà senza dubbio stupiti quanti rientreranno nella chiesa, il più bell’esempio di arte del primo Barocco ascolano e non solo’