Naturacultura, tre collettive per riflettere sul futuro della nostra specie

Naturacultura, tre collettive per riflettere sul futuro della nostra specie

Nella prima mostra, tra gli altri, Cicchinè, Consorti, Fanelli, Pastorello e Josephine Sassu

La prima mostra propone i lavori di Roberto Cicchinè, Paolo Consorti, Armando Fanelli, Giovanni Manunta Pastorello, Josephine Sassu e Gabriele Silvi, a curare l'evento e i testi della collettiva è Dario Ciferri.
Naturacultura è il terzo appuntamento della rassegna Troppo! (La Galleria Marconi esagera), ed è un invito a riflettere sul futuro della nostra specie, del nostro mondo e del nostro stile di vita. L'arte osserva la contemporaneità e dà voce e forma a speranze, paure, inquietudini e sogni. Lo sguardo di Naturacultura a tratti è limpido e a tratti onirico, non esiste un percorso unico né una verità assoluta, bensì mille percorsi possibili per ricreare un rapporto di rispetto e un domani sul nostro pianeta, che è anche l'unico che abbiamo a disposizione.
“Le civiltà antiche consideravano la terra come madre, la natura era vista come portatrice di ricchezza e prosperità, fornitrice di messi e cibo. L'umanità ha sempre guardato con nostalgia al ritorno a una mitica età dell'oro in cui la terra elargisca le sue ricchezze senza che l'uomo debba lavorare.
Eppure a questa visione idilliaca si è da sempre accostata anche una visione della natura come forza incontrollabile e irrazionale, capricciosa e crudele. L'essere umano da sempre ha lottato con la natura e cercato di asservirla alle sue necessità.
Natura e cultura si avvicinano e distanziano continuamente, è un rapporto profondo e radicale, l'arte ha attinto e attinge al concetto naturale in modo costante.
L'idea di natura non può essere intesa solo come ambiente naturale, perché va a toccare molteplici aspetti, dall'animo umano al cosmo, dall'ecosistema alla vita e alla sofferenza che gli essere viventi subiscono e fanno subire. L'essere umano fa parte di questo complesso intreccio, non può dominare la natura né subirla passivamente.
È nella ricerca di un equilibrio con la madre terra che si esplicita la possibilità della vita per l'uomo e per tutte le altre creature che con lui condividono l'universo.
Naturacultura racconta tutto questo attraverso i diversi linguaggi dell'arte e i percorsi di ricerca degli artisti che espongono”.