Presepe dei Netturbini, il mistero della foto circondata da un'aura

Presepe dei Netturbini, il mistero della foto circondata da un'aura

Un’aura nella foto circondava la sacra Pisside mentre il sacerdote benediceva il presepe

Ogni anno l’opera viene ampliata restando però fedele allo stile delle tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. E’ stato prolungato l’acquedotto romano che attraversa tutto il paesaggio,sono stati aggiunti animali all’abbeveratoio ed altre statuine , “grazie alla bontà di alcuni visitatori –ci dice  Ianni - ho inserito nel presepio 85 nuove pietre provenienti da tutto il mondo. La sua particolarità è nell’idea di voler rappresentare, insieme alla Natività,la comunione tra i popoli”.  La passione per il presepe, ci rivela il suo ideatore, nacque nel 1972 quando propose ai  colleghi di costruire in una sala che ospitava i carrettini per le immondizie un presepe che con il tempo sarebbe stato visitato da Papi e grandi personalità. Paolo VI lo visitò nel gennaio del 1974 mentre Giovanni Paolo II per 24 anni di fila entrò nella sede ammirandolo. Anche Madre Teresa di Calcutta si soffermò a lungo  a vederlo  nel dicembre del 1996, mentre Benedetto XVI è rimasto oltre mezz’ora a contemplarlo    esclamando:”pregare dinanzi a questa opera è come riandare in pellegrinaggio a Betlemme,alla grotta santa ove è nato il redentore”. Tutti i sindaci della Capitale succedutisi nel tempo hanno visitato quest’opera d’arte, da Luigi Petroselli nel 1977 fino a Gianni Alemanno. Nel corso degli anni oltre due milioni di persone lo hanno ammirato, gente comune e personalità,ognuno ha lasciato messaggi scritti negli appositi libri posti all’ingresso . “Conservo 40 libri – ci dice con orgoglio Ianni – e solo lo scorso anno sono stati lasciati oltre dieci mila messaggi. Sono pensieri commoventi che parlano di pace e fratellanza. In segno di ringraziamento  offriamo ai nostri ospiti una minuscola fascina realizzata con frammenti di erica scoparia  essenza tipica della macchia mediterranea così chiamata perché utilizzata per fare le scope dei netturbini”.
Mi sto per congedare quando Giuseppe Ianni mi ferma ed estrae da un cassetto della sua scrivania una foto. Mi racconta che riproduce il presepe dello scorso anno quando un sacerdote portò con se una Pisside con ostie consacrate e la depose nella mangiatoia. Furono scattate alcune foto. Grande fu l’impressione  del netturbino quando, una volta   stampate in cartaceo, in una di queste foto appariva un’aura che  circondava la sacra  Pisside.”Forse lo Spirito Santo avvolgeva quel contenitore – mi dice  Ianni – comunque quella foto –prosegue – fu scattata mentre il sacerdote benediceva il presepe”. Mi sono tornate alla mente,in quel momento, alcune parole che Mons.Giovanni D’Ercole vescovo ausiliare di l’Aquila visitando il 30 dicembre del 2010 il presepe, ha lasciato scritte su una pagina del libro che è all’ingresso:”La mia preghiera è perché chi viene a visitare il Presepe possa partire consolato vedendo che Gesù è venuto per restare tra noi….la fatica di ogni vita è benedetta dalla luce del Bambino nato a Betlemme. E’ L’Emmanuele, Dio con noi”.

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