Benedetto XVI, Luce del Mondo

Benedetto XVI, Luce del Mondo

Il Papa confida di non usare la cyclette e vede con piacere i film di Don Camillo e Peppone

In questo libro-intervista a parlare è il Papa, nel ruolo centrale di intervistato che ha scelto anche il titolo del libro. Dal quadro complessivo di queste 284 pagine emerge la visione di una Chiesa chiamata ad essere “Luce del mondo” segno di unità di tutto il genere umano.
Ma lucidamente Benedetto XVI, dice senza perifrasi che appare ai nostri occhi come  una Chiesa che dà scandalo,che non vuole adeguarsi ai comportamenti di moda ,che lascia intravedere possibili trame di uomini che ne adombrano la sua santità. Dalle parole dell’intervista promanano le sue preoccupazioni e le sofferenze di questi anni, il suo programma pastorale e le aspettative per il futuro. Benedetto XVI pagina dopo pagina apre il cuore della sua vita quotidiana condividendo con il lettore i ritmi della giornata .Evoca  il suo stato  d’animo quando si aprì la voragine degli innumerevoli casi degli abusi sessuali.”E’ stato sconvolgente”si confida Ratzinger “all’improvviso tutta quella sporcizia. E’ stato come se un cratere di un vulcano avesse eruttato una grossa nube di sporcizia che insudiciava e rabbuiava tutto….ogni sacerdote era sospettato di essere uno di quelli .Alcuni sacerdoti mi confidarono che non avevano il coraggio di prendere per mano un bambino ed accompagnarli nei campi estivi”.
Come ci spiega Mons.Fisichella intervenendo sul libro-intervista “il Papa si identifica più di tutti gli altri come un povero mendicante davanti a Dio. Più volte Egli attesta che essere Papa non significa porsi come un sovrano colmo di gloria quanto piuttosto come colui che rende testimonianza a chi è stato crocifisso”. Benedetto XVI a proposito della non ammissibilità dell’ordinazione sacerdotale delle donne ribadisce quanto confermato da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “ordinatio sacerdotalis” e cioè che la chiesa “non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale, non si tratta di non volere ma di non potere. Il Signore – prosegue il Papa – ha dato forma alla Chiesa con i Dodici e poi con la loro successione con i vescovi ed i presbiteri. Non siamo stati noi a creare questa forma della Chiesa bensì Lui”.
A più riprese Ratzinger si interroga sui suoi anni e quanti ancora il Signore gliene vorrà dare e ragiona sulla opportunità delle dimissioni “qualora venga a trovarsi nella impossibilità di adempiere alla missione”. Il lato umano del Papa appare quando ci confida che non usa la cyclette, che vede con piacere i film di Don Camillo e Peppone, che consuma i pasti con la “famiglia pontificia” e con i segretari, che il suo studio è arredato con gli stessi mobili che aveva, da cardinale, nel suo appartamento di via di Porta Angelica, che la scrivania risale al 1954, che indossa un orologio Junghans degli anni settanta lasciatogli dalla sorella.
Rivela che “fin dal momento in cui la scelta di essere Papa è caduta su di me sono stato capace di dire solo questo: Signore cosa mi stai facendo? Ora la responsabilità è tua, Tu mi devi condurre, io non ne sono capace. Se Tu mi hai voluto ora devi anche aiutarmi”.

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