12 settembre '43: Mussolini liberato sul Gran Sasso

12 settembre '43: Mussolini liberato sul Gran Sasso

A Fonte Cerreto in attesa di salire a Campo Imperatore alloggiò per cinque notti

Qui risiedette presso la villa Weber vivendo in due camerette disadorne. La gastrite lo attanagliava, beveva soltanto latte mangiava frutta e qualche pomodoro. Ma i tedeschi avevano ricevuto l’ordine da Hitler di liberare Mussolini, avevano individuato ove era recluso e  stavano studiando i modi per trasferirlo in un posto sicuro. Per sventare questo proposito le autorità italiane il 28 agosto con un idrovolante da Palau lo avevano portato sul lago di Bracciano e da qui, nascosto in una autoambulanza militare, lo avevano trasportato a Fonte Cerreto ad una trentina di chilometri da l’Aquila . A Fonte Cerreto in attesa di salire a Campo Imperatore alloggiò per cinque notti  in una villa di proprietà della contessa Rosa Mascitelli.
Dopo l’arresto di Mussolini, Hitler aveva affidato al capitano delle SS Otto Skorzeny il compito di scoprire dove era tenuto prigioniero il duce per liberarlo .Skorzeny aveva quindi dapprima scoperto la presenza di Mussolini alla Maddalena e che da qui era stato trasferito sul Gran Sasso nell’albergo di Campo Imperatore. Il 12 settembre si organizzò da parte dei tedeschi la liberazione di Mussolini. Un reparto motorizzato tedesco di prima mattina si diresse da Mondragone, a sud di Gaeta verso Fonte Cerreto.
Alle 10 del mattino dall’aeroporto di Pratica di Mare decollarono dodici biplani Henschel 230 e dodici alianti. Nel contempo il prefetto dell’Aquila Rodolfo Biancorosso telefonava a Campo Imperatore ed avvertiva l’ufficiale responsabile della custodia del Duce di un probabile attacco tedesco all’albergo. In quel momento la scorta di Mussolini era composta da 43 carabinieri ,30 guardie di pubblica sicurezza un gruppo cinofilo con sei cani lupo.Alle 13,45 il reparto motorizzato raggiunse Fonte Cerreto occupando la stazione di partenza della funivia .Nell’attacco fu colpito un carabiniere Giovanni Natali e ferito gravemente una guardia forestale. Alle 14 gli aerei Henshel sganciarono gli alianti  che si fermarono davanti l’albergo di Campo Imperatore.
Alle 14,05 da un aliante  scese Skorzeny che sospingeva avanti come ostaggio il generale Soleti che aveva prelevato,con la forza, all’aeroporto di Pratica di Mare questi gridò alle guardie “non sparate,non sparate”ed ordinò all’ufficiale italiano che le comandava “Cedete senz’altro”. Skorzeny entrò  nell’albergo e fu il primo ad entrare nella stanza del Duce. Questi rimase seduto sul letto, aveva la barba lunga ed una espressione stralunata. Una generale atmosfera di rilassamento pervase sia i militari italiani che tedeschi,una contentezza di come tutti, al di là delle idee di ciascuno, si fossero liberati di un grosso fardello. Alle 15 Mussolini con un lungo cappotto nero col bavero alzato ed un cappello di feltro anche esso nero con la falda calata sugli occhi fu condotto su un piccolo aereo cicogna. Alle 15,20 l’aereo decollò e si diresse verso il mare.
Alle 15,30 il pilota si mise in contatto con il Quartier Generale di Hitler ed annunciò “ordine eseguito”. Alle 21 dello stesso giorno la Stefani trasmetteva la notizia,ripresa dalla Deutsches Nachrichten Bureau, che “Reparti di paracadutisti e di truppe di sicurezza germanici ed elementi delle SS hanno condotto a termine una operazione per liberare il Duce che era tenuto prigioniero dalla cricca dei traditori. L’impresa è riuscita. Il Duce si trova in libertà. In tal modo è sventata la  progettata   consegna agli angloamericani da parte del governo Badoglio”.
Dopo l’avventurosa liberazione, Mussolini fu trasferito in aereo a Monaco di Baviera e da qui a Rastenburg ove si incontrò con Hitler il giorno 14. Il vecchio leone era pronto a riprendere il comando del partito fascista.

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