8 settembre '43: Badoglio annuncia l'armistizio

8 settembre '43: Badoglio annuncia l'armistizio

Erano trascorsi tre anni e tre mesi dall’inizio della guerra

L’annunzio dell’armistizio avvenne da parte del generale Badoglio alle ore 19,42 dell’8 settembre 1943. Erano trascorsi tre anni e tre mesi dall’inizio della guerra. Badoglio quel giorno si recò di persona nella sede Eiar di via Asiago a Roma accompagnato dal figlio Mario e da alcuni agenti in borghese. Ma come si era pervenuti all’armistizio ?.Già dal 12 agosto del 1943 il generale Castellano aveva ricevuto l’ordine di raggiungere Lisbona per illustrare agli angloamericani la situazione critica italiana e raggiungere una pace “onorevole”. In quella occasione si parlò anche della possibilità per il re e Badoglio di lasciare Roma e trasferirli in Umbria o Abruzzo per evitare ritorsioni dei tedeschi che occupavano gran parte del territorio.
Il 3 settembre a Cassibile a quindici chilometri da Siracusa nella masseria San Michele il generale Castellano, arrivato il giorno prima da Roma in aereo  atterrato a Termini Imerese, era stato condotto in auto a Siracusa firmare dell’armistizio ma si era presentato agli allibiti interlocutori amgloamericani senza un mandato scritto che gli avrebbe dovuto attribuire i poteri di firmare l’atto. Un mandato fu chiesto quindi con urgenza a Roma via telegrafo, ed il documento del governo Badoglio fu depositato nella tarda mattinata del 3 settembre presso la legazione inglese in Vaticano che faceva da tramite nelle trattative. La firma avvenne solo alle 17,15 in una grande tenda militare. Il generale Castellano si sedette,si mise un paio di occhiali cerchiati di tartaruga,tirò fuori da una tasca interna della giacca  una penna stilografica e firmò per primo,poi il generale Smith anche lui con una penna stilografica. La cerimonia si concluse con tante strette di mano, una bottiglia di whisky,molti grossi bicchieri, ma senza brindisi. Tra i documenti facenti parte dell’armistizio c’era anche il piano operativo per un aviosbarco  nei pressi di Roma in coincidenza con l’annuncio dell’armistizio per il quale non si fece cenno alla data. In una lettera di Castellano al generale Ambrosio si parlava genericamente  del 12 settembre e questo equivoco darà luogo a gravi conseguenze sul piano operativo. Badoglio fu costretto ad annunciare l’armistizio alle 19,42 dell’8 in quanto il generale Eisenhower due ore prima parlando dalla radio di Algeri aveva annunciato “il governo italiano si è arreso incondizionatamente a queste forze armate.
Le ostilità fra le forze armate delle Nazioni Unite e quelle dell’Italia cessano all’istante”. La notizia dell’armistizio fu data dalla Reuter immediatamente ed alle 17,50 l’incaricato d’affari tedesco a Roma Rudolf von Rahn  aveva chiesto chiarimenti al generale Roatta Capo di stato maggiore dell’esercito che gli aveva risposto “e’ una sfacciata menzogna della propaganda inglese”. In realtà nessuno ne sapeva niente nei Ministeri, negli alti comandi militari.
Fu la notte più drammatica vissuta da milioni di italiani. Alle 4,30 del 9 settembre, il Capo dello Stato Vittorio Emanuele III il capo del governo Badoglio , il generale Ambrosio, il principe ereditario Umberto abbandonavano Roma lasciando l’Italia nel caos. Arrivarono dopo un viaggio avventuroso durato due giorni a Brindisi. Con essi in fuga anche centinaia di generali e di alti ufficiali mentre a Roma militari e civili combattevano contro i tedeschi a San Paolo.

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