E' la storia unica e suggestiva della Festabella, certamente la più stupefacente festa popolare di tutte le Marche, una festa che lega la battaglia di Lepanto agli abitanti di Spelonga, che col rito del trasporto dell'albero ricordano la valorosa partecipazione degli avi a quell'epico scontro.”
Così Maurizio Blasi, giornalista Rai, apre la prefazione del libro “La Festa Bella. Viaggio per immagini alle radici della comunità di Spelonga” di Giorgio Giorgi e Pierluigi Giorgi, che verrà presentato Mercoledì 4 Agosto, alle 18:00 presso la Sala Docens (Piazza Roma) ad Ascoli Piceno. Il volume si propone di raccontare le origini della festa, che, tra storia e leggenda, risalgono a quel memorabile 7 Ottobre 1571, giorno in cui venne scongiurata la supremazia ottomana nel Mediterraneo.
I due autori ascolani Giorgio Giorgi e Pierluigi Giorgi, attraverso il connubio degli strumenti a loro congeniali, rispettivamente il disegno e la fotografia, focalizzano l’attenzione sugli aspetti storici e antropologici della festa, mettendo in risalto il forte senso della comunità che ancora oggi lega gli abitanti di Spelonga, realtà locale viva e attiva, nonostante sia situata tra le montagne dell’Appennino.
Le illustrazioni, dettagliate e rigorose dal punto di vista storico, del Prof. Giorgio Giorgi, già autore, tra le numerose pubblicazioni, dei due volumi della celebre Cronaca ascolana, Storia di Ascoli a fumetti, ci portano indietro nella storia, non solo in quella con la “S” maiuscola, fatta di eventi, battaglie e personaggi, ma anche nella memoria del quotidiano, tra quei vicoli e quelle case che gli abitanti delle montagne lasciarono per andare a combattere in mare una guerra lontana.
Le immagini di Pierluigi Giorgi, fotografo free-lance impegnato in temi sociali e umanitari e vincitore nel 2009 del Premio Speciale di fotografia umanitaria Lus Valtuena, ci accompagnano invece nella Spelonga di oggi, nel cuore della festa, dei suoi momenti salienti, dal taglio al trasporto, dall’arrivo in paese all’issata, fino alla processione finale. Le fotografie sono accompagnate dai racconti del passato, quando si andava incontro all’albero solo con “un tozzo di pane, un po’ di formaggio, un fiasco di vino...”