Mussolini confinato sull'isola di Ponza

Mussolini confinato sull'isola di Ponza

Mussolini,guardato da quattordici carabinieri, venne confinato a Santa Maria in una villa

La mattina del 26 all’una e mezza,appena assopito, il generale Ferrone lo svegliò consegnandogli una lettera di Badoglio che diceva”quanto è stato eseguito nei riguardi di vostra Eccellenza è unicamente dovuto al vostro personale interesse,essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto verso la vostra persona”.
La lettera era un’insieme di menzogne in quanto non c’era nessun complotto contro Mussolini né vi fu l’intenzione di trasferire il Duce in una sede da lui scelta,per la detenzione,come aveva chiesto e come gli era stato fatto credere. Qualcuno degli alti comandi aveva anzi suggerito in quei momenti di spedirlo con un aereo in Algeria e metterlo in mano  agli angloamericani.
La sera del 27 un’auto con scorta prese a bordo il Duce alla caserma di via Legnano e si diresse non a nord come sperava Mussolini che aveva espresso il desiderio di essere trasferito a Rocca delle Caminate,la sua residenza privata in Romagna, ma a sud. Alle 22 giunse a Gaeta al “molo Ciano”qui l’ammiraglio Franco Maugeri accompagnò Mussolini sulla corvetta Persefone e nacquero subito problemi.
Si dovevano rendere gli onori al Duce che non era più capo del governo ?.
Non era più niente ma era ancora “collare dell’Annunziata” la più alta onorificenza di Casa Savoia concessagli da re Vittorio Emanuele nel 1924, l’anno del delitto Matteotti. Allora furono fatti gli onori a “Sua Eccellenza Collare dell’Annunziata”.
La Persefone attraccò a Ponza che era una delle colonie penitenziarie dove il governo fascista teneva gli oppositori politici. Fra questi c’era sin dal 6 giugno Pietro Nenni,esponente del Partito socialista, direttore dell’Avanti che esule in Francia, dopo la conquista di questa nazione da parte dei tedeschi era stato consegnato dalla polizia francese a quella italiana.
Mussolini,guardato da quattordici carabinieri, venne confinato a Santa Maria in una villa che alcuni mesi prima aveva ospitato il prigioniero di guerra ras Imerù,potente capo tribù che aveva affiancato il negus di Etiopia contro le truppe italiane di invasione.
L’arrivo del Duce si sparse immediatamente tra tutti i confinati e la popolazione dell’isola.
Gli ufficiali della corvetta dichiararono in seguito che Mussolini più che rassegnato sembrava non rendersi conto di ciò che gli stava capitando.
Nenni  raccontò nelle sue memorie “dalla finestra della mia stanza vidi distintamente Mussolini, anche egli alla finestra in maniche di camicia che si passava nervosamente il fazzoletto sulla fronte,e pensare –prosegue Nenni –che trenta anni fa eravamo in carcere insieme legati da una amicizia che pareva dover sfidare il tempo e le tempeste della vita”.
Nel settembre del 1911 infatti Mussolini e Nenni erano stati condannati ad un anno di reclusione,che avevano trascorso nel carcere di Ravaldino, per le manifestazioni contro la guerra in Libia.
La camera dove alloggiava il Duce era spoglia, c’era soltanto un letto e neppure un cuscino.
Era la vigilia del suo sessantesimo compleanno e la sua antica gastrite era peggiorata. Un’ulcera diagnosticata sin dal 1923 lo costringeva spesso ad un vitto di solo latte e frutta fresca.
Nell’isola di Ponza Benito Mussolini è solo,abbandonato da tutti i gerarchi, ma è solo anche perché nell’Italia nessuno è più fascista.
E’ solo e sta male.
La moglie di uno dei carabinieri che gli preparava pasti freddi gli chiese se volesse quel giorno qualcosa di speciale,”si” rispose il duce tristemente “due pesche”.              

Al Duce venne consegnata una carta annonaria a suo nome come si vede nella foto

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