allestita presso la Pinacoteca di Brera, ha permesso ai fortunati visitatori, tra cui un numeroso gruppo della Sezione Ascolana di Italia Nostra, di ammirare alcune splendide opere del sommo pittore veneto e cittadino ascolano, tra cui la spettacolare tavola dell'Annunciazione, realizzate nelle Marche e, in particolare ad Ascoli ma, purtroppo, ora disperse nei musei di tutto il mondo.
Una dispersione inimmaginabile ed una grave perdita per il nostro patrimonio artistico e per la memoria storica del territorio piceno.
Per rimediare, almeno in parte, a questa vera e propria sciagura, la Sezione Ascolana di Italia Nostra, in occasione del 500 anniversario della morte dell'artista, propose la realizzazione di un Centro di Documentazione della pittura di Crivelli e dei Crivelleschi, da sistemare nella Chiesa di San Pietro in Castello, splendido e storico edificio lasciato nel più completo abbandono.
Si trattava di esporre le riproduzioni fotografiche identiche nella misura agli originali ( oppure dei trasparenti, come suggerito dal Prof. Zampetti), ricomponendo , tra l'altro, i polittici smembrati di tutte le opere di Crivelli e dei Crivelleschi realizzate ad Ascoli e nelle Marche ed ora disperse in tutto il mondo.
Veniva, altresì, proposta l'installazione di pannelli con l'illustrazione delle vicende riguardanti tutte le opere esposte, dei luoghi di provenienza, di quelle di destinazione e dell'itinerario di tutti i siti del territorio marchigiano dove sono ancora presenti le opere di Crivelli e dei Crivelleschi.
Come effettuato nella Mostra allestita a Brera, dovrebbero essere realizzati, inoltre, dei filmati con le immagini delle opere di Crivelli, dei loro particolari più significativi, delle chiese e delle località di provenienza delle opere stesse, da proiettare su uno schermo gigante, accompagnando la visione con la diffusione sonora di musiche di qualità antiche e moderne.
Questa operazione, con un costo indubbiamente esiguo, consentirebbe di offrire alla città e al territorio uno spazio pregevole, in grado di qualificare ulteriormente l'immagine culturale della città e di attirare un numero rilevante di visitatori. Non va dimenticata altresì la possibilità di utilizzare lo spazio per rappresentazioni teatrali, per concerti, per conferenze, per incontri culturali e anche come sede di qualche gruppo teatrale, come sembra si sia già deciso di fare.
Purtroppo la nota, indirizzata a vari destinatari, con cui già nel 1994 venivano formulate analoghe proposte, non ha prodotto i risultati positivi sperati. Infatti, solo il Prof.Pietro Zampetti, peraltro il più importante storico e studioso della pittura del Crivelli, con la sua proverbiale sensibilità e la notoria apertura mentale, ha mostrato sincero apprezzamento per la proposta di Italia Nostra, ritenendola giusta, opportuna e meritevole di una positiva presa in considerazione.
C'è ora la nostra convinzione, che il nuovo sindaco della città, che ripetutamente ha riconosciuto la fondamentale importanza delle scelte culturali per ridare alla città il ruolo e la funzione che le competono, si impegnerà perché finalmente si realizzi un'altra tappa della riqualificazione dell'immagine cittadina e della conservazione e valorizzazione della sua memoria storica.
Assicuriamo, sin da ora, la più piena collaborazione della nostra Sezione sia nella fase di studio del progetto, sia in quella dell'auspicabile gestione della nuova struttura, che potrebbe convenientemente essere custodita, per evitare ulteriori costi per le casse pubbliche, direttamente dalle Associazioni Culturali e di Volontariato cittadine e in particolare da Italia Nostra.
Nel caso apparisse impossibile utilizzare per questa iniziativa la proposta Chiesa di San Pietro in Castello, che d'altra parte apparirebbe come la più indicata sia per la conformazione dell'edificio, sia per l'epoca di costruzione, sia per il pregio del sito, si potrebbe eventualmente prendere in considerazione una delle tante altre chiese cittadine ora chiuse al culto o in stato di abbandono, compresa eventualmente quella, splendida , di San Vittore, la cui importanza, peraltro, era già stata segnalata dal Prof. Zampetti nel lontano 1994».