San Benedetto, auditorium intitolato a Tebaldini

San Benedetto, auditorium intitolato a Tebaldini

Diresse per 23 anni la Cappella Musicale della Basilica della Santa Casa di Loreto

Giovanni Tebaldini, nato a Brescia nel 1864 e morto a San Benedetto l’11 maggio 1952, come omaggio all’uomo e all’artista, a cui unanimemente è riconosciuto un determinante ruolo di riformatore della musica italiana tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento. Egli si stabilì definitivamente in Riviera nel 1942, dopo avervi soggiornato a più riprese.
Tebaldini conosceva bene le Marche avendo diretto per 23 anni la Cappella Musicale della Basilica della Santa Casa di Loreto (1902-1925). Ebbe sei figlie femmine, quattro delle quali scomparse in tenera o giovane eGIOVANNI TEBALDINItà. Delle due rimaste, Emilia si sposò stabilendosi a Milano; Brigida (detta Dina), rimasta nelle Marche, seguì il padre nei diversi spostamenti legati alla carriera, indi, coniugatasi con l’imprenditore Domenico Novelli, si trasferì a San Benedetto accogliendo il padre nella sua abitazione. Oggi i suoi discendenti risiedono ad Ascoli e San Benedetto.
In Riviera Tebaldini scrisse i suoi ricordi, in particolare sulle relazioni con Giuseppe Verdi (con il quale ebbe un rapporto epistolare dal 1894 e personale dal 1897, quando divenne direttore del glorioso Conservatorio di Parma), Arturo Toscanini, Arrigo Boito, Antonio Fogazzaro, Pio X, il suo maestro Amilcare Ponchielli. A San Benedetto, inoltre, compose la “Rapsodia di Pasqua”, “Epicedio” (in memoria di due giovani loretani uccisi dai nazi-fascisti nel 1944), l’"Inno per la Madonna del SS. Sacramento”, dedicato a padre Sirio dei Sacramentini, la lirica “Da te, da te, solo da te” dal libro “Miranda” di Fogazzaro e l’ultima composizione, del 1947, “Padre, se mai questa preghiera giunga al tuo silenzio”, su testo di Ada Negri, che venne cantata dal soprano Grazia Franchi Ciancavilla residente ancora oggi a Villa Rosa. Il 10 ottobre 1951, a 87 anni, commemorò Giuseppe Verdi, nel cinquantenario della morte, al Circolo Cittadino in via XX Settembre. Una curiosità. A Giovanni Tebaldini è intitolato l’Auditorium, a Giuseppe Lesca l’attigua Biblioteca. I due erano amici fin dal 1887. Lesca in quell’anno donò dei versi a Tebaldini perché li musicasse. Si tratta delle tre liriche “Voci del cuore”, che alludono alle vicende amorose tra il musicista e la futura moglie Angioletta.
Va ricordato che Tebaldini collaborò con i maggiori periodici musicali dell’epoca e fu autore di importanti pubblicazioni, tra le quali il “Metodo di studio per l’organo moderno” (redatto con il famoso organista e compositore Marco Enrico Bossi nel1893), di due fondamentali edizioni sugli archivi musicali della Basilica di Sant’Antonio di Padova e di quella della Santa Casa di Loreto e di un libro sul suo allievo prediletto, Ildebrando Pizzetti, del quale ricorre quest’anno il quarantesimo della morte.