E' stato allievo di grandi nomi come lo scultore Giuseppe Marinucci e il pittore Dino Ferrari
delle arti visive” che sarà inaugurata domenica 5 ottobre alle ore 17 in concomitanza con la presentazione dell’omonimo volume dedicato alla rassegna curato da Carlo Melloni. La rassegna, organizzata da “Arte on - museo d’arte contemporanea” di Castel di Lama e promossa dalla Provincia, dal comune di Ascoli, da “Rinascita comunicazione” e dalla “Fondazione Carisap”, si articola in un percorso espositivo sul genio creativo del maestro ascolano protagonista sulla scena nazionale e locale degli ultimi 50 anni.
Nato nel 1937 ad Ascoli Piceno, Marcolini è stato allievo di grandi nomi come lo scultore Giuseppe Marinucci, i pittori Dino Ferrari, Ernesto Ercolani, Guerrino Collina, Pericle Fazzini e Mariano Benedetti. Agli inizi degli anni sessanta, con Benedetto Bustini e Gaetano Carboni ha curato importanti rassegne d’arte a Venezia, Brescia, Cremona, Roma. Alla fine degli anni sessanta, grazie alla conoscenza con il critico Ciro Ruju, ha fatto parte della scuola d’arte di Napoli e dei pittori dell’ironia partenopea esponendo in gallerie d’arte di grande prestigio come la “S. Carlo”, la “Cajafa” e “La Parente”.
Il tema della violenza gratuita e della sopraffazione ha rappresentato il tema centrale di molte sue opere realizzate a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 come ben raffigurato nel dipinto “Assassination”. Sul finire degli anni '90, Marcolini eliminando quasi totalmente il colore dai suoi dipinti, ha inaugurato un nuovo modo di interpretare la pittura, realizzando tavole bianche incentrate su tracciati architetturali di puro stampo geometrico. E’ stato, inoltre, promotore di gruppi culturali come “Nuove Proposte”, “8 G’’, “Immanentismo”, “La Sfinge Malaspina”, “A.P.O.C.”. Il suo costante impulso a parteggiare per le vittime d'ogni potere dogmatico e oscurantista lo ha portato, intorno agli anni 2003 e 2004, a realizzare un allestimento dedicato a Cecco d'Ascoli.
Di recente, avvicinandosi all’etnologia e allo studio del popolo Maya, ha creato una ricca galleria di opere d’arte fatta di rilievi in pietra, ceramiche dipinte o grezze, mosaici e pitture murali, dimostrando così una notevole capacità ingegneresca e di fantasia.
La mostra “Mezzo secolo di ricerca nel campo delle arti visive” rimarrà aperta tutti i giorni fino a mercoledì 29 ottobre con il seguente orario: al mattino dalle 10,30 alle 12,30 e nel pomeriggio dalle 17 sino alle 20.