Ferretti ha vinto il premio Oscar due volte nel 2005 e nel 2008
scenografie. "Ha vinto due Oscar e lavorato con i migliori registi, tra cui Fellini - ha spiegato Cronenberg -, ma è una persona incredibilmente generosa e semplice. E' stato molto collaborativo, quando gli ho detto che avrei voluto ambientare l'opera negli anni '50 e' stato subito pronto a lanciare delle idee fantastiche". "Dante ha partecipato a 14 opere prima di The Fly - ha aggiunto Howard Shore, compositore della musica dell'opera, al suo debutto nella lirica come Cronenberg -. Avevo lavorato con lui sul set di The Aviator di Martin Scorsese, e quando David ha suggerito il suo nome ho pensato che fosse una grande idea". Cronenberg ha cambiato le sue abitudini per collaborare con Ferretti: "Lavoro da 35 anni con Carol Spier, canadese come me. E' bravissima e generosa come la maggior parte dei miei collaboratori: quando ha saputo che avrei avuto l'opportunità di lavorare con Dante mi ha detto di prenderla al volo".
"E' stato stupendo lavorare con Cronenberg. Ci siamo incontrati a Londra mentre io ero sul set di Sweeney Todd e lui girava Eastern Promises - ha raccontato al telefono il due volte premio Oscar, che ha vinto una statuetta proprio per il film di Tim Burton -. Lavoravamo nel suo appartamento, gli ho preparato dei bozzetti e ci siamo trovati d'accordo. Al debutto a Parigi mi è sembrato uno spettacolo molto d'impatto. Mi è piaciuta la sua idea di fare qualcosa di completamente diverso, si è dimostrato molto aperto". "Ho conosciuto Dante negli anni '70, a Torino - ha ricordato Placido Domingo, direttore generale dell'Opera di Los Angeles e direttore d'orchestra per The Fly - per La fanciulla del west di Puccini, quando io ero agli inizi della mia carriera e lui alla sua prima opera come scenografo. Non avrei mai pensato che ci saremmo incontrati nella stessa produzione tanti anni dopo, e dopo tutti gli Oscar che ha vinto". "E' stato buffo rivederci a Parigi - ha aggiunto Ferretti - lui non è cambiato per niente, io un po' di più".