Allevi, l'abbraccio di Ascoli

Allevi, l'abbraccio di Ascoli

Oltre 2.300 persone ad assistere allo spettacolo. Stasera tappa allo Sferisterio di Macerata

Ovazioni anche quando è stato proposto "L'Angelo Ribelle" una suite di cinque brani ispirata alla figura principe della poetica dell'artista Osvaldo Licini, anche lui originario del Piceno. Un concerto a cui Allevi teneva molto, tanto da considerarlo per importanza al pari di quello di venerdì scorso nella Città Proibita di Pechino.
E l'artista ascoltano, pur stanco per sua stessa ammissione dopo il tour de force tra Oriente ed Europa, non si è risparmiato, regalando una serata di grande emozione al pubblico presente. «A 28 anni ho lasciato Ascoli, la famiglia e il lavoro per andare a Milano e inseguire un sogno - ha detto Allevi al pubblico - all'inizio è stata durissima ma poi una mattina è arrivato un raggio di sole che ho trasformato in entusiasmo e poi in melodia».

Un anno di riposo per il genio ascolano
Non è stata una tappa come le altre quella di Ascoli Piceno per Giovanni Allevi e il suo Evolution Tour. L'artista, nonostante la stanchezza per il lungo viaggio che lo ha riportato dalla Cina in Italia, ha dato ieri sera nella sua città natale tutto quello che aveva ricevendo in cambio un'ovazione finale degna di una star quale ormai è.
Una stanchezza che lo ha portato a concedersi, appena il tour finirà, un anno di riposo "per fare silenzio mentale e accogliere nuove note e nuove sinfonie" ha spiegato. Cinque bis hanno concluso il concerto in cui ha diretto l'orchestra dei Virtuosi Italiani.
A parte la tipica bacchetta, difficile vederlo nei panni di direttore d'orchestra, con quell'aria scanzonata (che talvolta ricorda Roberto Benigni), gli inseparabili jeans e la t-shirt. Una direzione informale, che lo ha portato nel finale a sedersi sul palcoscenico, ascoltando l'orchestra suonare 300 anelli ispirato al "suo" albero in Val di Fiemme. Il palco in piazza del Popolo era vicino al tempio di San Francesco, monumento della sua città natale che lui stesso ha voluto come sfondo.
«Sono emozionatissimo, non avete idea cos'è per me suonare qua» ha detto prima di sedersi davanti al suo amato (e accarezzato) pianoforte e dare il via, da solo, al concerto proponendo i suoi cavalli di battaglia come Aria e Back to life. Entusiasmo per la suite Angelo Ribelle ispirata al pittore Osvaldo Licini, piceno come lui. Commozione sulle note di Le foglie di Beslan, scritta "perché l'innocenza non sia più vittima dell'odio".
L'omaggio alla sua Ascoli lo ha fatto ancor prima di cominciare, paragonando il concerto di ieri sera con quello di venerdì scorso in Cina quando ha diretto la China Philarmonic Orchestra alla vigilia della chiusura dei Giochi Olimpici. «I due concerti più importanti della mia vita. La Cina - ha spiegato Allevi - è l'apice, ma sono tornato dove tutto è nato, Ascoli, dove per altro conto di passare molto del tempo in cui intendo riposare, perché per me riposare significa essere a casa e questa è casa mia». Nel frattempo l'Evolution Tour prosegue e stasera fa tappa allo Sferisterio di Macerata. Prossimi appuntamenti il 25 a Cagliari, il 27 a Palermo, il 29 a Taormina e il 2 settembre a Bresso.