- CortoItalia. Aperta a tutti gli autori di cittadinanza italiana.
- CortoMarche. Per i corti girati nella regione Marche e/o realizzati da autori marchigiani.
- CortoScuola. Aperta ai corti realizzati da tutte le Scuole italiane di ogni ordine e grado.
La Giuria assegnerà Primo e Secondo Premio per CortoItalia e CortoMarche, e un Premio per CortoScuola. Previsto anche il Premio del Pubblico (aperto a tutte le sezioni) e il Premio “Lineadellocchio” (offerto dall’omonima cinerivista toscana), che sarà assegnato al talento visuale più innovativo. Ma il concorso sarà arricchito da varie sezioni collaterali:
Omaggio a MIKHAIL KOBAKHIDZE. Retrospettiva completa dedicata al regista georgiano, tra i grandi maestri del cortometraggio di tutti i tempi. Un autore atipico, che nell’arco della sua carriera ha realizzato soltanto sei corti. Nei racconti brevi di Kobakhidze il cinema torna indietro di mezzo secolo, rivelando un poverismo stilistico sublime: bianco e nero, sonoro da comica muta, rivolte degli oggetti in stile surrealista, universi narrativi semplificati ai minimi termini: un ragazzo, una ragazza, una strada per inseguirsi, una stanza per amarsi. Idilli impalpabili, tra il fumetto e la marionetta, che sembrano scritti da Chaplin e girati da Truffaut. Lo stile di Kobakhidze è un sorprendente insieme di innocenza e di tenerezza, di umorismo e di poesia. Un linguaggio assai poco in linea con i dettami del Realismo Socialista, che non a caso lo interdirà dal cinema per decenni. Solo a metà degli anni ‘90 la sua opera verrà riscoperta e celebrata nei più importanti festival internazionali.
MARIO MONICELLI, un ritratto. Via dei Serpenti, Roma. È l’indirizzo di un mito del cinema italiano: il grande regista Mario Monicelli, padre della commedia all’italiana. Alle soglie dei 93 anni, Monicelli ripercorrere alla rinfusa i suoi ricordi di cinema e vita, l’Italia del secolo scorso, i suoi attori (Totò, Alberto Sordi, Monica Vitti), i suoi film più celebri come Amici miei, L’Armata Brancaleone, La grande guerra… Con un occhio al passato e uno sguardo ironico al futuro.
Il mondo personale di DANIELE CARRER. Alla scoperta del giovane regista veneto che in pochi anni ha saputo costruirsi uno stile personalissimo, mescolando in modo originale un’amara critica sociale della società contemporanea, voci narranti intrise di sarcasmo e disperazione, un acuto talento narrativo basato sul ricalco dei generi classici (documentario, thriller) e la loro definitiva parodia. La sua opera è la perfetta traduzione in immagini del disagio giovanile di questo terzo millennio. Cinema in primissima persona singolare, “fatto in casa”, ma pensato girato montato con una purezza cristallina.
STRANEVISIONI, ai confini del corto. Sezione internazionale dedicata alla videoarte e al cortometraggio “di frontiera”, con autori provenienti da Francia, Spagna, Giappone, Colombia, Brasile. Opere eterogenee, difficilmente classificabili, che frantumano i generi per ricostruirne di nuovi, in bilico tra documentario, finzione, animazione, videodanza, videopoesia.
ENZO BALDONI, una vittima dimenticata di Claudio Moschin. Superficialità, indifferenza. Anche per queste ragioni è morto il giornalista Enzo Baldoni, rapito e ucciso in Iraq nell’agosto 2004. Il suo corpo non è mai stato trovato. O forse non è mai stato cercato. E la sempre confusa situazione politica italiana ha poi fatto il resto, tra equivoci e ironie feroci. A poco a poco, da questa vicenda tutti si sono defilati. Lasciando completamente sola la famiglia Baldoni, che da anni si batte per riavere le spoglie del loro caro, o ciò che ne resta.
VITO TACCONE, fuga in salita di Cèsar Meneghetti ed Elisabetta Pandimiglio. Ripercorrendo con passione le sue gare, il grande ciclista Vito Taccone svela con dolorosa rabbia le pieghe nascoste di uno dei più popolari sport italiani. Sono gli anni duri del dopoguerra quando Vito, quarto figlio di una poverissima famiglia contadina, inizia a lavorare come fattorino in bicicletta per un fornaio di Avezzano. Da qui inizia la sua carriera. Soprannominato “Camoscio d’Abruzzo”, nel 1961 vince quattro tappe di fila al Giro d’Italia, raggiungendo una straordinaria popolarità.
CORTOPERSCELTA, i primi cinque anni. Una carrellata sul meglio del nostro festival, con un pugno di opere che hanno segnato la sua giovane storia: I graffiti della mente di Erika e Pier Nello Manoni, Deadline di Massimo Coglitore, Ad occhi aperti di Lorenza Indovina, Disco Inverno di Andrea Caccia, Quièn es Pilar? di Christian Carmosino e Andrea Appetito.