Beni ecclesiastici delle Marche, tutela e valorizzazione

Beni ecclesiastici delle Marche, tutela e valorizzazione

L’assessore Minardi ha ricordato quanto siano speciali le Marche per il numero elevato di beni

Sono i beni culturali ecclesiastici nelle Marche. Come tutelarli e valorizzarli è il quesito su cui si è incentrato il convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale Marchigiana (CEM), questa mattina ad Ancona, all’Istituto Teologico Marchigiano, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla Cultura, Luigi Minardi, e del presidente della CEM, monsignor Luigi Conti.
L’assessore Minardi ha ribadito il vivo interesse da parte della Regione per questo argomento e ha ricordato quanto siano speciali le Marche per il numero elevato di beni culturali che posseggono. Il rischio da evitare, di fronte a questa grande diffusione ed eterogeneità, è la semplificazione: necessaria invece una visione unitaria del sistema, nella consapevolezza che tanto è stato fatto ma che c’è ancora tanto da fare.
Negli ultimi trenta anni, come ha detto Minardi, sono stati compiuti grossi passi avanti nel recupero dei beni culturali: un progresso favorito anche dallo sviluppo economico regionale e che ha coinciso in un certo modo anche con il recupero di un senso di appartenenza e di indentità; a questo punto occorre garantire la piena fruizione e l’uso dei beni, condizioni che ne rendono più agevole la conservazione e valorizzazione. Monsignor Luigi Conti ha insistito sulla necessità di salvaguardare il concetto per cui i beni culturali ecclesiastici sono innanzitutto beni di culto, e perciò la loro fruizione può essere consentita solo nel rispetto della loro destinazione religiosa. Punto essenziale su cui tutti gli intervenuti sono convenuti è la necessità di collaborare tra istituzioni civili e religiose per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici. L’assessore alla Cultura ha detto che è importante fare sistema, unire le forze, lavorare insieme tra più soggetti, civili e religiosi. L’emergenza terremoto del ’97 ha rappresentato un momento dove si è potuto sperimentare in maniera proficua la collaborazione. La Regione, in generale, nel settore dei beni culturali, sta portando avanti questa linea che chiama a raccolta tutti i soggetti coinvolti attorno a un’unica cabina di regia, per individuare linee di intervento coerenti, capaci di indirizzare al meglio le risorse disponibili. Al convegno sono intervenuti come relatori anche monsignor Armando Trasarti, vescovo di Fano, Cagli, Fossombrone e Pergola; Paolo Carini della Direzione regionale per i beni culturali delle Marche; don Stefano Russo, direttore dell’Ufficio nazionale Beni culturali ecclesiastici della CEI; don Giorgio Carini, incaricato per i Beni culturali della CEM; il professor Giorgio Feliciani, ordinario di Diritto Canonico all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano; l’avvocato Simone Longhi, segretario dell’Osservatorio giuridico-legislativo della Regione ecclesiastica Marche.