Lautrice ha tentato di riempire con unipotesi il grande vuoto dei Vangeli su Maria
degli uomini, e voglio vederlo. (…) Ho studiato in silenzio la viltà degli uomini; basta poco a tenerli lontani. Quanto a me voglio tessere piuttosto la mia sorte”.
A parlare è Maria di Nazareth, la madre di Gesù, che si racconta in prima persona in quest’originale ed affascinante romanzo di Barbara Alberti, dal titolo Vangelo secondo Maria. Pubblicato per la prima volta nel 1979, questa seconda e nuova edizione, edita da Alberto Castelvecchi, era attesa da molti e da molto tempo. Il romanzo, che reinventa la storia di Maria, è l’omaggio audace e sicuramente irriverente, ma intenso e profondo, che Barbara Alberti offre alla più grande figura femminile di tutti i tempi, Maria di Nazareth. Le Sacre Scritture, che ci dicono molto poco della sua vita, avvolgono questa figura in una misteriosa discrezione. Maria è soltanto la donna saggia e silenziosa che i Vangeli descrivono come un puro strumento nelle mani di Dio. L’autrice invece, come ci spiega nella postfazione del libro, ha tentato, con questo romanzo, di riempire con un’ipotesi il grande vuoto dei Vangeli su Maria, secondo lei:”Unica immagine smorta di un affresco dove sono tutti vivi. Giuda, Pilato, Pietro…tutti tranne lei, che è un’astrazione, un simbolo d’obbedienza messo lì solo per dire si”. La Maria di Barbara Alberti dice invece no, perché è viva e moderna. Nella fantasia dell’autrice, infatti, questa ragazzina impertinente della Galilea che conosce i segreti della natura, è coraggiosa, ribelle, una curiosa che “guarda negli occhi le creature di Dio”. Maria immagina la sua vita alla scoperta di mondi lontani e sogna, un giorno, di vestirsi da ragazzo e di fuggire lontano in groppa ad un asino, tessendo così da sola i fili del proprio destino.
E’ per questo che l’annuncio della nascita di un Redentore dell’umanità si trasforma, dal suo punto di vista, in un destino che lei non ha voluto né cercato. Consapevole che tutto è già stato voluto e pensato, la Maria di questo romanzo oppone il suo piccolo disegno di vita a quello immenso di Dio, trasformandosi così da spettatrice silenziosa a coraggiosa artefice del proprio destino. La Maria di Barbara Alberti è dunque un essere pensante, una donna “moderna” che, come tutte le altre, vuole interrogarsi sul mondo che la circonda e avere il diritto di costruirsi una propria esistenza.
Questa “favola sovversiva” è perciò da parte dell’autrice “un risarcimento artistico alla figura più mortificata della storia cristiana. Venerata come simulacro, ignorata come persona”. Ma come tutte le favole che si rispettano, anche questa ha una sua morale, profonda ed intensa.
Questa storia, apparentemente irriverente, è in realtà “un atto poetico a esaltazione della libera scelta”. Il romanzo, pubblicato in prima edizione alla fine degli anni Settanta, era stato scritto e dedicato dall’autrice a tutte quelle donne che si credeva, allora, volessero prendere in mano la loro vita.
A distanza di quasi trent’anni invece, questa seconda edizione è dedicata, ci dice l’autrice, alle donne che questa vita la stanno perdendo. La loro libertà è divenuta di nuovo schiavitù, da protagoniste le donne sono di nuovo vittime. Basta aprire un giornale o ascoltare la televisione per rendersene conto. E allora la vicenda di questa ragazza che paradossalmente rovescia la Storia, ci deve far pensare. Maria, che spinge alla rivolta e al sogno, rivendica l’esercizio del libero arbitrio, prova e suscita passione. Questa Maria riesce dunque a fare tutto quello che anche le donne d’oggi dovrebbero riuscire a compiere, continuando, come ci dice Barbara Alberti, ad osare, testimoniare e resistere.