Lesposizione è divisa in tre sezioni dedicate ai ritratti, ai temi profani e alla pittura sacra
Venezia dedica una mostra eccezionale. Maturato all’ombra di Giovanni Bellini e di Giorgione e avvolto dai colori e dalla luce della laguna, il Maestro fin dall’inizio fece scalpore per le sue visioni pittoriche pervase d’atmosfera e impregnate di colore...
L’opera tarda di Tiziano comprende gli ultimi venticinque anni della sua lunga carriera e a questa stagione dell’artista, Venezia dedica una mostra eccezionale. Dopo il grande successo ottenuto al Kunsthistorisches Museum di Vienna, una mostra, curata da Sylvia Ferino-Pagden e Giovanna Nepi Scirè, accoglie a Venezia presso le Gallerie dell’Accademia, ventotto capolavori del Maestro del colore. L’esposizione è divisa in tre sezioni dedicate rispettivamente ai ritratti, ai temi profani e alla pittura sacra.
Maturato all’ombra di Giovanni Bellini e di Giorgione, il Maestro fin dall’inizio, fece scalpore per le sue visioni pittoriche pervase d’atmosfera e impregnate di colore. Il viaggio a Roma e il confronto con le opere di Michelangelo, lo introducono ad un percorso alternativo che gli fece prendere le distanze dalla sublime pittura del collega.
Avvolto dai colori e dalla luce della laguna, Tiziano sviluppa piuttosto una tecnica improntata al cromatismo e al chiaroscuro: ricrea la natura con il colore, rendendo pressoché inconsistente l’antitesi con il disegno. Il colore diventa materia riempitiva, lo stile si ammorbidisce e la superficie pittorica si fa più sensuale.
Tiziano dipinse le sue figure femminili più sensuali proprio nelle opere della tarda maturità, di cui la mostra contiene esempi significativi. E’ in questo momento che la pittura si fa materica: non c’è più disegno né velature, ora il colore si stende veloce e libero sulla tela e si sovrappone in corpose pennellate, le forme si scompongono e si accentua una grande sensualità e spiritualità.
Sensuale perché? Come fa notare la curatrice Sylvia Ferino-Pagden, le opere di Tiziano sono “poesie d’amore dipinte” dove il punto focale è la donna, nella sua forma più sensuale ed erotica. Sono tutte figure di chiara natura mitologica in cui comunque l’immagine femminile, è intesa come strumento d’alta seduzione in grado di gettare nel tumulto gli impulsi dei maschi umani e divini. Sebbene i dipinti lascivi trovavano spazio solo nella sfera privata delle camere da letto del committente solleticandone la fantasia, l’artista mantiene costantemente una visione delicata e profonda della concezione erotica. Era attraverso i miti degli dei che Tiziano attualizzava l’erotica forza vitale che rendeva appagante la vita, regalandoci splendidi esempi di nudo femminile.
Tiziano è pittore di passione anche nei temi sacri. Il pathos arriva al culmine nella rappresentazione dello splendido e struggente Ecce Homo del 1543. La passione e la visceralità è presente anche negli opposti: nei soggetti sacri come in quelli profani, entrambi in grado di "muovere l’anima".
Con la pittura di Tiziano si confrontano non solo i veneti come Tintoretto, Veronese e Bassano ma anche i grandi del XVII secolo come Rembrandt e Velàzquez o in seguito, Gericault e Delacroix. E’ nella tarda maturità dunque che Tiziano ci lascia questi esempi eccelsi d’arte, prima che la peste che ammorbava Venezia, lo colpì il 27 agosto del 1576.