Palazzo dei Capitani non è per tutti

Palazzo dei Capitani non è per tutti

Davide Nota scrive sulla mostra di Ivan Paolini

Chi ha organizzato la mostra ci invia una smentita che pubblichiamo. A scapito che qualcuno possa aver pensato ad una superficialità della redazione, vogliamo spiegare che ci sono spunti di quella lettera che ci hanno convinto a pubblicarla. Al di là della valenza o meno di Ivan Paolini della cui opera non ci eleviamo a critici. Siamo cioè fortemente convinti, e non per una visione elitaria dell'arte, che devono esistere spazi diversi per le diverse proposte culturali. Così, come siamo convinti che il teatro Ventidio Basso non debba rappresentare  per forza di cose la sede di ogni rappresentazione, ma vada utilizzato, anche per preservarne lo stato, a un certo tipo di eventi, la lirica ad esempio e non al rock, così Palazzo dei Capitani dovrebbe ospitare eventi artistici e non la fiera degli happening. Il Comune cioè dovrebbe trovare spazi alternativi tramite il quale ricercare il mero consenso politico. Ed ora la lettera che abbiamo ricevuto da Davide Nota.
«In riferimento alla lettera del presunto Professor Inginoni apparsa questa mattina su "Picus" e su "Ascoli da vivere" dal titolo "Basta col palazzo dei capitani aperto a tutti" e fortemente critica, ai limiti dell'ingiuria, nei confronti della mostra "Chilometri di tonnellate" allestita presso l'area archeologica del Palazzo dei capitani dal Comitato Ivan Paolini, comunichiamo alla stampa locale che si tratta chiaramente di uno scherzo organizzato da qualche allegro visitatore della mostra. Il Professor Inginoni è in realtà un personaggio creato dalla fantasia di Ivan Paolini e parte integrante del percorso di "Chilometri di tonnellate" che infatti si chiude con un video in cui Ivan, impersonando la parte dell'antipaticissimo Professor Inginoni, stronca senza mezze misure la mostra. Non volendo pensare ad una gratuita provocazione, immaginiamo che la lettera sia stata scritta da qualche ragazzo "ispirato" dall'arte satirica e surreale di Ivan Paolini, e di questo non possiamo che essere felici.
Siamo comunque costretti a precisare alcune cose:
1) Ivan Paolini è stato disegnatore di indubbio talento e precisa mano, come hanno potuto osservare tutti i visitatori della mostra, tra cui moltissimi artisti, disegnatori e docenti che si sono mossi da tutte le Marche per poter visitare il percorso espositivo.
2) L'arte di Paolini, attraverso una tradizione che passa per la violenza di Andrea Pazienza e l'ironia del concittadino Emidio Giovannozzi, è caratterizzata da una forte componente satirica e surreale. Questo non vuol dire scadere nella volgarità gratuita nè tantomeno nella blasfemia, di cui di fatto non vi è traccia alcuna nell'esposizione nè nel percorso artistico tout court di Paolini. Qualunque professore (vero) dovrebbe al contrario sapere che sin dagli autori latini l'arte della Satira fu considerata un'arte profondamente morale e civile.
3) Come i numerosissimi cittadini che hanno partecipato all'evento artistico hanno potuto constatare, l'area archeologica è stata allestita professionalmente e nei più profondi canoni di ordine, pulizia e rispetto.
4) Gli Assessori comunali Antonini e Silvestri, così come l'Assessore provinciale Gobbi, hanno mostrato sincera capacità e volontà di ascoltare le nostre proposte di giovani artisti e organizzatori culturali operanti nella città di Ascoli Piceno. A loro va il nostro ringraziamento, a conclusione di un evento commemorativo e artistico che ha visto la partecipazione di oltre un migliaio di visitatori e la realizzazione, per la prima volta nella città di Ascoli Piceno, di una mostra di arte contemporanea installativa e sperimentale, a cui la cittadinanza, ben lungi dal torpore medievale di cui parla il "finto Inginoni", ha reagito con maturità, sensibilità ed entusiasmo, dimostrando che la città di Ascoli ha tutte le carte in regola per aspirare a diventare un vero capoluogo di cultura e di fermento artistico. Ribaltando le tesi della lettera pubblicata sosteniamo che c'è bisogno di continuare per questa strada: non solo di aprire ma di SPALANCARE le porte del Palazzo dei Capitani ai giovani artisti della città. 
Pertanto, pregando la stampa locale di pubblicare questa smentita, ne approfittiamo per invitare la cittadinanza, i giornalisti e i politici di Ascoli Piceno, a partecipare all'evento di chiusura della mostra, che si svolgerà domenica 14 ottobre a partire dalle ore 18.00 presso l'Area archeologica del Palazzo dei capitani. Vi sarà un reading organizzato dal gruppo di poesia contemporanea "La Gru" di Ascoli Piceno e un'installazione di sperimentazione elettronica dei TheFeliceLab. Sarà anche un modo per visitare un'ultima volta la mostra di un giovane artista il cui nome entrerà sicuramente nella storia della città».
 
per il Comitato Ivan Paolini
Davide Nota