Premio Bizzarri, vince "Pirrera" di Piero Messina

Premio Bizzarri, vince "Pirrera" di Piero Messina

Il secondo premio a "Centravanti nato" di Gianclaudio Guiducci

Il Primo Premio, di 5.000 euro, è stato assegnato a Piero Messina che ha presentato "Pirrera", un racconto sui ricordi degli ultimi ex minatori siciliani, sullo sfruttamento e sulle discriminazioni di ieri e sul precariato e il lavoro nero del mondo di oggi. Gianclaudio Guiducci, autore di "Centravanti nato", il commovente racconto delle vicende di Carlo Petrini, si è aggiudicato il Secondo Premio, di 3.000 Euro. Il Premio Kodak  è andato a "La vita come viaggio aziendale" di Paolo Muran per l'originalità delle idee, per l'efficacia e l'ironia del racconto sul mondo dell'industria e del turismo di massa. Il premio speciale "Andrea Pazienza" rilasciato all'opera che ha espresso un uso inventivo e originale delle immagini e della grafica è stato invece assegnato all'"Occhio sensibile" di Liliana Ginanneschi, il documentario la cui struttura narrativa è interamente determinata dalle immagini realizzate da Francesco Zizola, l'unico fotografo italiano insignito del premio internazionale Foto dell'Anno al World Press Photo. Il premio speciale "Cineforum" per "Ritorni" di Giovanna Taviani, che nel suo lavoro ha affrontato con sensibilità e maestria, sia nella fotografia che nel montaggio, i temi scottanti dell'esilio, delle migrazioni e dell'integrazione. Le Menzioni Speciali della Giuria sono state infine assegnate al documentario "Un'altra storia" di Marco Battaglia, Gianluca Donati, Laura Schimmenti e Andrea Zulini e al documentario "Giorni di prova" di Daria Menozzi. A fine serata, contentissimo è stato Piero Messina, regista di "Pirrera". «Abbiamo realizzato una ricerca storica sul mondo del lavoro in Sicilia - ha commentato il giovane autore ventiseienne vincitore del Bizzarri 2007 - Il rigore del lavoro segue un'intuizione stilistica iniziale necessaria alla costruzione drammatica: far trasparire il dolore attraverso il realismo formale senza sfruttare la drammaticità dei contenuti da un punto di vista stilistico, attraverso eccessivi interventi sonori e di montaggio». Soddisfatta la Presidente della Giuria della Sezione "Italia Doc", la regista Antonietta de Lillo. «La scelta è stata difficile. Piero Messina è riuscito a descrivere la tragedia e la mancanza. Per me il racconto per immagini è emozione e il suo documentario, attraverso il passato, parla anche dell'oggi, della fatica del lavoro e fa riemergere pienamente un tessuto umano». Più che positivo anche il commento di Maria Pia Silla, Presidente della Fondazione Bizzarri. «La globalizzazione ci ha distratto rispetto a ciò che ci circonda e ciò che possiamo raccontare. L'Italia ha bisogno di occhi e di una cultura dello sguardo. E in questo il documentario è sicuramente più forte del cinema e del tono consolatorio della TV. Il documentario vincitore ha offerto uno sguardo profondo sulla storia del mondo del lavoro. Oggi non c'è la serenità di decidere un percorso. Ma deve esserci una speranza: che siano proprio i giovani a cambiare il modo di vivere e a dare le giuste considerazioni attraverso una consapevolezza della realtà di questo momento. Che ci sia un cambiamento culturale ce lo auguriamo vivamente».