Il consuntivo finale di Piergiorgio Cinì è dei più soddisfacenti
in particolare sulle proposte più ‘estreme’ a livello di linguaggio e di impatto visivo e scenico. Per fare un esempio, il monologo “Dissonorata” di Scena Verticale ha adottato un dialetto calabrese che richiedeva un’attenzione profonda. Ma coloro che si sono lasciati andare alle sonorità di una lingua per certi versi ‘arcaica’ e alla profondità di emozioni laceranti, ne sono stati certamente ripagati». Sulla rassegna in generale, Cinì aggiunge: «Da tempo ormai ci caratterizza questa libera eterogeneità del programma, che spazia dal teatro-danza (Paola Chiama) al teatro di narrazione (“Vita d’Adriano” di Giorgio Felicetti), dalla comicità surreale (Andrea Cosentino, Debora Mancini) alla rilettura contemporanea dei classici (“Decameron”, Philip Dick). Senza dimenticare l’originalissimo lavoro dei Babilonia Teatri, che con “Underwork” ha disegnato uno scenario sorprendente, popolato di vasche da bagno e galline, per affrontare un tema di scottante attualità come quello del lavoro precario. Precariato inteso sia come dimensione dell’anima alla ricerca di un punto fermo, sia come condizione di un mercato del lavoro malato». I Teatri Invisibili, insomma, si rivelano ancora una volta vitali e sorprendenti. «Perché ormai da anni - conclude Cinì - il nostro Incontro tenta di far capire che il Teatro è un luogo dove la comunità si può incontrare per elaborare nuovi ‘progetti di condivisione’. Con la riapertura del Concordia (che si spera imminente), e con una maggiore partecipazione degli enti, per la prossima edizione degli Invisibili abbiamo intenzione di ridare vita ad una piccola sezione di “Spazio proposte” (come negli anni precedenti) per promuovere nuovi gruppi e nuovi talenti. Memori di ciò che è accaduto in passato, quando gli Invisibili hanno presentato per la prima volta compagnie semi-sconosciute che oggi sono contese nei maggiori teatri italiani. Vorrei infine concludere con un grazie alla sensibilità delle amministrazioni comunali di Grottammare e San Benedetto, due città che ormai costituiscono un luogo ideale per ospitare iniziative di questo tipo, che tanto possono dare alla qualificazione del nostro territorio. Tanto hanno dato e possono dare».