Premio Libero Bizzarri, iniziate le proiezioni dei documentari

Premio Libero Bizzarri, iniziate le proiezioni dei documentari

Dalla disabilità ai militari italiani deportati a Gersthofen, passando per l'anoressia e il carcere

Gli autori documentaristi, con indagini sociologiche e ricerche storiche hanno proposto al pubblico e ai giurati tanti temi importanti ed attuali.
"Crisalidi", film-intervista sui limiti e le risorse della disabilità realizzato da un autore milanese, Mirko Locatelli, egli stesso disabile. Un'indagine psicosociologica coraggiosa e lineare che ricostruisce le percezioni e la formazione delle immagini mentali da parte dei giovani intorno al tema della diversità. Un lavoro non comune, sereno e limpido, sugli stereotipi e gli atteggiamenti.
Corretto innanzi tutto per una scelta stilistica e morale della messa in quadro dei primi piani - che rendono gli intervistati tutti uguali, disabili o normali che siano - capace di mettere a fuoco le metamorfosi indotte dagli incidenti e dalle malattie: i cambiamenti del corpo e delle prospettive di vita al sorgere del problema.
Di grande ritmo e respiro internazionale - e per questo pregevole - "8744" di Alessandro Di Gregorio, abruzzese di Vasto. Un lavoro sugli Internati Militari Italiani deportati dai tedeschi a Gersthofen durante il secondo conflitto mondiale e ridotti a un numero.
Complessa la sceneggiatura di Emiliano Sacchetti per una costruzione narrativa che incassa le interviste ai sopravvissuti al racconto della volontà del Prof. Lehmann di offrire agli alunni del Liceo Ginnasio di Gersthofen le testimonianze dirette di quanti subirono le deportazioni.
Una riflessione importante, arricchita dagli inserti dei documenti dell'Istituto Luce, sulla riconciliazione con le colpe dei crimini commessi, sull'insegnamento e sull'importanza della ricerca storica e della memoria rimossa, ostacolata e persino negata dall'ostilità e dalla diffidenza della popolazione e delle autorità.
"Bianca, 16 anni" del maestro Oliviero Toscani è un documento violento sull'anoressia. Il racconto personale di una ragazza annullata dalla malattia, le sue confessioni sul mancato rapporto con il padre e la mancata accettazione della malattia che lo ha portato prematuramente alla morte.
Una riflessione sui rapporti familiari ostentatamente costruita e schiacciata sull'impatto del grado zero del linguaggio filmico, nello spazio, nel tempo e nel sonoro.
Un'unica opprimente inquadratura più che mai fotografica, in primissimo piano e in bianco e nero, per il racconto crudo e aggressivo delle ossessioni, le paure e il disagio di una ragazza e la sua ricerca della volontà di combattere il male.
"Nisida. Growing up in prison." di Lara Rastelli è una lunga intervista partecipata con quattro ragazzi Ali, Enzo, Rosario e Samir rinchiusi nel carcere napoletano dell'isola di Nisida. Una testimonianza non solo sulla vita del carcere e sulla condizione dei carcerati - il trascorrere del tempo e la speranza di uscire - ma anche un'indagine sulle ragioni del recupero e la volontà di cambiamento.