Davanti a molti lavoratori, il rappresentante ha letto un comunicato in cui si chiede che tutte le forze politiche si facciano carico della drammatica situazione in cui versa l’azienda e mettano in campo qualsiasi mezzo affinché la competenza dei tecnici, impiegati, progettisti e operai non vada dispersa e il sito produttivo non venga chiuso.
“Qualora la multinazionale giapponese – ha dichiarato Pignoloni – non dovesse recedere da suoi propositi (messa in liquidazione e chiusura dell’azienda ndr.), le istituzioni territoriali e nazionali devono supportate da subito i lavoratori della Roland nell’elaborazione di un nuovo piano industriale, nella ricerca di partner italiani o stranieri e/o nel reperimento di risorse pubbliche che consentano a noi o altri di rilevare l’azienda e dare continuità all’attività”.
Il consiglio comunale è poi proseguito con la discussione e l’approvazione di tutti punti previsti dall’ordine del giorno. L’assise ha approvato la cessione delle quote del Comune in Picenambiente s.r.l, la società nata dalla scissione parziale di Picenambiente spa per la gestione della discarica in località “Alto Bretta” e di cui il Comune detiene la stessa quota che ha in Picenambiente spa e la modifica dello statuto.
All’assessore all’ambiente Paolo Canducci, che ha spiegato le motivazioni di questa operazione complessa che porterà il Comune a partecipare indirettamente nelle attività della società, Gambini ha chiesto una discussione più approfondita proprio alla luce della complessità dell’argomento e del fatto che il Consiglio era chiamato a ratificare modifiche statutarie importanti.
Proprio in merito alle modifiche, Assenti si è detto contrario alla soppressione di un articolo in cui si parla di gara ad evidenza pubblica per procedere alla vendita. E Canducci ha spiegato che lo Statuto deve essere modificato perché non si può applicare la stessa regolamentazione prevista per una s.r.l. ad una spa, ma è necessario semplificare le procedure.
E’ stata approvata la modifica del contratto di tesoreria. L’assessore alle finanze Fabio Urbinati ha spiegato che la delibera permette una rinegoziazione vantaggiosa per il Comune di alcune condizioni contrattuali con Banca dell’Adriatico, tesoriere dell’Ente, e che sarà valida fino alla fine del 2014 (quando cesserà il regime di tesoreria unica).
Il Consiglio si è espresso anche favorevolmente sulla variante al progetto di riqualificazione della zona Cerboni dove sorgerà la nuova sede della Polizia Municipale. Ora la ditta SIPA che sta realizzando l’opera potrà, con il cambio di destinazione da direzionale a residenziale varato dall’assise, realizzare al 2° e 3° piano appartamenti invece che uffici e reperire così somme per procedere allo spostamento di un cavidotto dell’alta tensione dell’ENEL per un costo di 100 mila euro.
L’assessore all’Urbanistica Canducci ha spiegato che la ditta SIPA avrebbe potuto chiedere la destinazione residenziale già in sede di presentazione di progetto a novembre 2011, visto che quella su cui insiste l’immobile è una zona di completamento. E ha sottolineato altri i vantaggi per l’Ente: “a fronte di una riduzione di costi nell’effettuare quest’opera, SIPA cede al Comune ulteriori 100 metri quadrati che la Polizia Municipale ha ritenuto necessari per realizzare spogliatori, bagni e servizi, sposta la cabina verso ovest a sue spese, pur non realizzando più il parcheggio interrato, rifà il tappetino d’asfalto sul parcheggio esterno e nel caso in cui, nel calcolo degli oneri di urbanizzazione (80 mila euro sono già stati pagati) dovesse esserci un credito a vantaggio della ditta, quest’ultima si impegna a rinunciarvi”.
Secondo Gambini la presenza di un cavidotto dell’alta tensione Enel, sotto una centralina per la rilevazione di polveri sottili, era prevedibile e ha lamentato il mancato approfondimento da parte degli Uffici comunali e della SIPA su una semplice questione di progetto. Anche Gabrielli si è detto contrario per il possibile aumento dei carichi urbanistici per la zona.
Bovara si è espresso favorevolmente sul cambio di destinazione che porterà vantaggi all’Ente. Anche Emili ha dichiarato che il progetto va votato. Ha aggiunto Emili che non c’è stata nessuna furbizia, forse superficialità, ma va considerata soprattutto la necessità di rispettare gli accordi con i cittadini della zona che attendono che le somme provenienti dagli oneri di urbanizzazione vengano investiti in opere pubbliche di quartiere.
In conclusione il Consiglio ha deliberato di modificare l’aliquota dell’IMU 2013 per l’abitazione principale e relative pertinenze,, già deliberata dal Consiglio a febbraio scorso, che passa da 0,40 a 0,60 %.
L’assessore alle finanze Urbinati, ripercorrendo la storia dei ripetuti tagli subiti dall’Ente nel triennio 2010/2012 pari a 5 milioni di euro, ha evidenziato come, con l’ulteriore provvedimento di spending review approvato dal Governo, la riduzione dei trasferimenti statali sia passata da 1 a 2,5 milioni. “Portando l’aliquota IMU al 6 per mille – ha spiegato Urbinati – contiamo di vederci restituire tutte le risorse che lo Stato ci ha tolto nella parte corrente. E’ un’operazione necessaria e ci auguriamo che lo Stato non decida di restituire solo in relazione all’aliquota base”.
Gambini ha affermato che questa manovra è conseguenza di una politica sbagliata portata avanti da un Governo di centrosinistra e centrodestra e non dal Movimento 5 Stelle, che questo escamotage non è una soluzione indolore per i cittadini e ha domandato: “Non è detto che la seconda rata dell’IMU venga abrogata, come ci comporteremo se ciò non avverrà?”
Gaspari ha sottolineato come il virtuoso comportamento sin qui tenuto dal Comune lo abbia paradossalmente penalizzato. “In sede di riunione dell’Anci nazionale – ha spiegato Gaspari – tavolo in cui siedono i rappresentanti di tutti gli 8.103 comuni italiani, si è detto che il rimborso deve essere uguale per tutti indipendentemente da quando è stato approvato il bilancio. Ci auguriamo che lo Stato decida di rimborsare sulla base dell’aliquota del 6 per mille per tutti perché non potremmo sostenere ulteriori tagli né tanto meno intendiamo agire ulteriormente sulla leva fiscale seppure per il nostro Comune abbia ancora margini di manovra. Non possiamo e soprattutto non vogliamo aggravare una situazione fiscale già difficilmente sostenibile”.
Secondo Emili, per accontentare tutti il Governo dovrebbe trovare circa 3 miliardi, una cifra enorme, e nel caso in cui non venga accolta la richiesta di rimborso, il Comune sarà costretto a “mettere penosamente mano alle leve fiscali”. Benigni ha dichiarato che non voterà un bilancio di assestamento in cui i cittadini vengano ulteriormente gravati da tasse.