Si tratta del secondo appuntamento di ascolto che la Regione Marche ha messo in campo per disegnare il futuro dei fondi strutturali e della programmazione 2014/2020. I lavori sono stati aperti dall’assessore regionale alle Politiche Comunitarie Paola Giorgi, che ha sottolineato la volontà della regione di organizzare un incontro su questi temi proprio all’Università di Camerino, sia per il ruolo che l’Ateneo camerte ricopre, sia perché è senz’altro fondamentale la presenza dell’istituzione regionale in un’area interna ricchissima, che può esprimere una peculiarità enorme di contenuti e opportunità. “La scelta di Camerino è chiara e precisa – ha affermato l’assessore Giorgi – Questo secondo appuntamento è importantissimo per la crescita di tutto il territorio. È fondamentale, infatti, ascoltare le istanze di chi, quotidianamente, si misura con le contingenze produttive e sociali di questo momento storico.
La programmazione dei fondi 2014-2020 è, per questo, una straordinaria opportunità per trasformare i bisogni e le indicazioni degli esperti e degli attori territoriali in un punto di forza della futura politica di sviluppo e coesione della Regione Marche”. Nel corso dell’intervento, l’assessore ha poi sottolineato la necessità di concentrare le risorse su obiettivi strategici, facendo convergere su di essi i vari fondi a disposizione, senza mai perdere di vista la strategia macroregionale. Infatti, la Regione Marche è protagonista, a livello europeo, anche per quanto concerne la realizzazione della Macro regione Adriatico-ionica, che si basa su quattro pilastri di programmazione: il business nei settori della blu economy, coordinato dalla Grecia-Montenegro; il rafforzamento dei collegamenti della Macroregione, coordinato dall’Italia con la Serbia, per potenziare e creare infrastrutture materiali e immateriali; il miglioramento ambientale, coordinato da Slovenia e Bosnia, e la valorizzazione della ruralità, coordinato da Croazia-Albania.
“Quanto la Regione Marche sta proponendo ai nostri territori, con questo spirito di apertura internazionale, nella certezza che stiamo tutti investendo nel nostro futuro, è fondamentale ” – ha sottolineato nel suo discorso il prof. Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino. –“ C’è una questione di consapevolezza: chi è attento allo sviluppo dei nostri territori non può che vedere l’Europa come l’unico vero e reale interlocutore di supporto finanziario. L’alternativa sarebbe accontentarsi delle briciole, ma questo l’Italia, le nostre imprese, non possono permetterselo. Per questo è importante imparare a conoscere l’Europa, il linguaggio europeo, gli strumenti delle politiche comunitarie e della relativa programmazione. È l’unica via di uscita; bisogna fare rete, lavorare e crederci!” A questo proposito, il rettore ha anche sottolineato l’importanza di considerare la ricerca e l’innovazione come motori di sviluppo economico: una maggiore sinergia e messa in rete di uffici e laboratori sulle tematiche europee già esistenti non potrà che aiutare. “Le Università e le altre istituzioni di formazione superiore hanno un ruolo fondamentale nella definizione delle strategie regionali e nella progettualità, nella ‘creazione di conoscenza’ così come nella trasformazione di questa conoscenza in prodotti e servizi innovativi nei vari settori di sviluppo” – ha concluso il rettore Unicam. Dopo l’intervento del dirigente della P.F. Politiche Comunitarie della Regione Marche, Mauro Terzoni, che ha illustrato, nello specifico, le varie azioni e i vari livelli d’intervento, ha preso la parola il prof. Fulvio Esposito, già rettore dell’Ateneo camerte, ora capo della segreteria tecnica del ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, che ha illustrato il quadro generale europeo, con particolare riferimento alle attività che Miur e Mise stanno portando avanti, in collaborazione con le Regioni, per riprendere quel circolo virtuoso dell’incontro tra domanda e offerta di ricerca e innovazione: “L’Italia è indietro, occorre aumentare la velocità della performance innovativa” – ha affermato il capo della segreteria tecnica del MIUR. “Quando ci troviamo di fronte a uno stallo d questa performance, le conseguenze incidono pesantemente sulla produttività del lavoro: in assenza di performance innovativa, il valore aggiunto dei prodotti è scarso; l’Italia sta soffrendo moltissimo questa situazione. Perfino Paesi quali la Spagna, hanno avuto un significativo aumento della produttività rispetto al nostro Paese.
Il recente “Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti”, condotto dall’OCSE su 25 Paesi dell’Unione europea, ha posizionato l’Italia al venticinquesimo posto. È necessario interrompere questo stallo e riprendere il circolo virtuoso interrotto”. Istituzioni locali, imprese, terzo settore e mondo dell’associazionismo, consulenti, tecnici, parti sociali e datoriali si sono confrontati, nella seconda parte della mattinata, in quattro workshop paralleli dedicati rispettivamente alle seguenti tematiche per lo sviluppo regionale: “Ricerca, innovazione, competitività, internazionalizzazione delle PMI;” “Agenda Digitale”; “Energia e mobilità sostenibile, clima e rischi ambientali”; “Attrattività turistica e valorizzazione delle risorse culturali nelle aree rurali”.