Lo ha annunciato l’assessore ai Porti, Paola Giorgi, nel corso di un incontro, a Fano, con il sindaco Stefano Aguzzi e gli operatori portuali della città. Il Comune di Fano, ha garantito Aguzzi (accompagnato dall’assessore ai Lavori Pubblici, Mauro Falcioni), “entro venti giorni avvierà un dragaggio da 5mila metri cubi, per ripristinare l’agilità dell’infrastruttura. I fanghi verranno provvisoriamente stoccati su un’area di proprietà del Comune. Sarà sicuramente una risposta solo parziale ai problemi esistenti, ma servirà per far respirare le marinerie locali. Sono dieci anni che, come amministrazione comunale, svolgiamo piccoli dragaggi di emergenza. Non sappiamo più dove portare i fanghi. Aspettiamo la realizzazione della cassa di colmata di Ancona, che dovrà accogliere da 40 a 50 mila metri cubi di fanghi del porto di Fano”. I cinque dragaggi effettuati negli ultimi dieci anni hanno già accumulato provvisoriamente 23 mila metri cubi di materiale che dovranno essere smaltiti ad Ancona: la metà della capienza che l’accordo di programma, sottoscritto nel 2009 tra i Comuni che compartecipano alla realizzazione della vasca di Ancona, assegna a Fano. Dall’incontro è emerso che un intervento radicale, a Fano, richiede un’escavazione di circa 100 mila metri cubi. Il sindaco ha chiesta alla Regione di poter disporre di una quota superiore di smaltimento. L’assessore Giorgi ha ribadito la necessità di “fare squadra. Insieme ai Comuni interessati ci siederemo attorno a un tavolo per trovare le soluzioni migliori. Abbiamo iniziato, da tempo, uno studio per vedere l’evoluzione degli scenari nazionali, in modo da assicurare una risposta forte al problema dei dragaggi dei porti. In questa sede verranno affrontati anche i temi legati all’infrastruttura di Fano”. L’ingegner Mario Pompei della Regione Marche ha illustrato alcuni dati relativi alla cassa di colmata di Ancona. Ha una capienza di smaltimento pari a 180mila metri cubi, suddivisi sulla base della partecipazione finanziata dai Comuni. Sono in corso le “verifiche belliche” nell’area portuale interessata (bonifica prevista dalla legge, per garantire la sicurezza del cantiere). Entro ottobre inizieranno i lavori che dovrebbero concludersi dopo quattro mesi (febbraio/marzo 2014). Sul dragaggio dei porti, ha concluso Giorgi, “scontiamo un ritardo di diversi anni. Occorre recuperare il tempo perduto, vedere come sono evolute le questioni e individuare le soluzioni. Questo sarà possibile se riusciremo a fare squadra. Intanto la Regione, nella prossima programmazione 2014/2020 dei fondi Fesr, sta individuando i lavori infrastrutturali sui porti tra le priorità da sottoporre all’Unione europea, perché l’economia turistica è il secondo asse portante della programmazione regionale che va declinato anche con il sostegno al turismo nautico”.