Un primo obiettivo raggiunto, perché ci consente di rafforzare maggiormente tutte le azioni di salvaguardia a tutela della Riserva. Oltre ad attivare nuove azioni nel settore turistico e ambientale, nel rispetto del contesto naturale dell’area». Così il presidente della Provincia Matteo Ricci sulle parole del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che intervenendo alla presentazione del progetto “il Bosco di Pan”, nella Riserva del Furlo, ha annunciato il suo impegno «rivolto all’approvazione più rapida possibile del Piano di Gestione». Proseguendo: «Indicativamente entro la fine dell’estate il Piano sarà approvato. Anche perché al suo interno ci sono elementi di grande interesse, a partire dalla possibilità di accesso a chi non è autosufficiente e ai portatori di handicap. Ciò rappresenta un salto di qualità nel modo in cui si organizzano le aree protette. E con il Piano possiamo fare un passo in avanti ulteriore su aspetti del genere». Ad accogliere il ministro al Furlo, oltre a Ricci, anche il sindaco di Acqualagna Andrea Pierotti e l’assessore regionale Maura Malspina. Per il presidente della Provincia, «la presenza di Orlando nel nostro territorio è certamente rilevante. Anche perché con le ultime calamità naturali, abbiamo vissuto momenti difficili». E ha ricordato il «marzo più piovoso degli ultimi 150 anni, con tanti problemi legati al dissesto idrogeologico. Nel 2012 il terremoto bianco e nel 2011 i danni dell’alluvione. Da 3 anni siamo martoriati». Sul Furlo: «C’è l’esigenza di sostenere l’ambiente in termini di salvaguardia e promozione turistica. Siamo una delle poche realtà, in Italia, ad avere 3 parchi. Sulla valorizzazione e sul turismo legato all’ambiente vogliamo creare posti di lavoro e fette di economia nuova. Questi luoghi sono essenziali per noi. Il Piano della Riserva? E’ stato partecipato, siamo arrivati ad una condivisione per la salvaguardia e la fruizione».
Orlando. «Ho accolto l’invito di Matteo Ricci – ha spiegato il ministro – perché vanno incoraggiate le forme di valorizzazione del territorio che in questi anni hanno fatto molta strada. Un tempo c’era difficoltà, da parte di molte comunità, ad accettare la presenza di aree protette. Negli ultimi anni, invece, abbiamo fatto passi avanti perché si è compreso che con questi luoghi si sviluppa anche una differenzazione delle aree produttive. In termini di valorizzazione di prodotti agricoli tipici, in termini di destagionalizzazione del turismo e di evoluzione delle produzioni tradizionali. Le comunità locali ora sostengono e promuovono questi processi, a differenza del passato. E li costruiscono con il pieno consenso dei cittadini». E sulle misure relative al dissesto idrogeologico, anche con riferimento a Pesaro e Urbino, il ministro spiega: «Ci sono due cose da fare. Una è rimodulare il patto di stabilità, che è una priorità del ministero. L’altra è prevedere che dal 2014 le risorse comunitarie abbiano un filone orientato anche in questa direzione. Al vertice europeo ho posto il tema dell’adattamento: non riguarda i posteri ma chi oggi convive con cambiamenti profondi del clima. E non può essere affrontato in termini di vincoli. C’è bisogno di investimenti. Noi dobbiamo fare la nostra parte, rivedere il modo in cui si consuma il suolo nel nostro Paese. In questo senso c’è una legge già approvata dal consiglio dei ministri, che ora è approdata alla conferenza unificata. La norma prevede si possa utilizzare suolo agricolo solo quando si è valutato il riuso del tessuto urbanizzato. Questa è una strada, perché molto dipende da come si è costruito e spesso si è fatto male».
Al termine, il ministro dell’Ambiente è partito per Fiorenzuola di Focara, nel Pesarese, dove interverrà insieme a Ricci, al sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e al presidente dell’Ente Parco Domenico Balducci all’iniziativa pubblica «Il San Bartolo: un territorio da salvaguardare tra mare e paesaggi».