“L’agricoltura è uno dei settori più importanti – ha detto Spacca – per la crescita delle Marche, soprattutto in questa fase, dove l’uscita dalla crisi dipende sempre più dallo sviluppo di una nuova economia che si affianca al manifatturiero, basata sull’integrazione tra agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, energia, turismo/cultura. Se consideriamo questi settori come un unico aggregato, i margini di recupero sono notevoli, visto che il pil regionale di esso è la metà di quello registrato a livello nazionale. Per questo il mondo rurale, la qualità che esprime, la giovane imprenditorialità che genera, l’innovazione nel solco della tradizione che interpreta e la tenuta economico sociale che anche in periodo di crisi riesce ad evidenziare, sono al centro di uno dei quattro pilastri dell’azione di governo da qui alla fine della legislatura, accanto al sostegno all’impresa, alla sanità, alla politica per il territorio e alla semplificazione burocratica. Le risorse di cui disponiamo sono quasi esclusivamente di origine europea, per questo diventano estremamente importanti semplificazione burocratica, sussidiarietà e confronto Regione–associazioni, per definire al meglio la prossima programmazione delle risorse e per investire in modo efficace i circa 30 milioni di euro che ci rimangono dal programma di sviluppo rurale in corso di esecuzione”.
Nevio Lavagnoli, in rappresentanza di Cia e Agrinsieme, il coordinamento di associazioni agricole, ha sottolineato l’esigenza di “una forte attenzione all’aspetto creditizio, dove l’esperienza dei confidi risulta particolarmente positiva, e alla semplificazione amministrativa”. Patrizia Marcellini, per Fedagri Marche, ha richiamato l’attenzione “sull’importanza della buona cooperazione nel mondo rurale, anche per i suoi riflessi sociali”. Claudio Gagliardini, di Coldiretti Marche, ha auspicato “una calendarizzazione delle priorità in agenda per il settore, a partire dalla semplificazione delle procedure e dalla condivisione con le banche delle istruttorie delle pratiche di contributo”. Grande preoccupazione è stata espressa da Alessandro Alessandrini di Confagricoltura, per i crescenti danni provocati dai cinghiali e dai lupi, “non solo diretti alle produzioni, ma anche per i rischi legati alla diffusione negli allevamenti di malattie di cui sono portatrici queste specie”.
Il tavolo verde – che riunisce le associazioni agricole e la Regione - si è aggiornato ai primi giorni della prossima settimana.