Sono queste le due principali richieste inoltrate dal presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, in un lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, a seguito dei danni causati dalla frana che ha colpito la zona del Colle Ardizio, nel territorio del Comune di Pesaro.
Il movimento franoso, cominciato dal 25 marzo scorso, si è sviluppato su più fronti, lungo la dorsale prospiciente la zona costiera, per un tratto di 4,5 km. Un’area sensibile e già classificata R4 dal Piano per l’assetto idrogeologico. Questo, unito alle notevoli precipitazioni meteoriche che si sono abbattute ripetutamente in tutta la provincia di Pesaro – Urbino, ha determinato l’originarsi del fenomeno franoso.
“La zona interessata – evidenzia Spacca – è purtroppo a ridosso della Statale 16 e della linea ferroviaria Bologna – Bari, per questo si è interrotta al traffico l’arteria stradale nel tratto Pesaro – Fano in entrambi i sensi di marcia, con significative conseguenze per la circolazione, a cui si aggiunge il completo isolamento in cui si trovano alcune abitazioni private, un importante istituto scolastico e tutte le attività economiche della zona”.
Immediato e tempestivo è stato l’intervento in stretta collaborazione di Regione, Provincia, Comune, ANAS, Ferrovie dello Stato per la messa in sicurezza dell’area, provvedendo con risorse proprie. La Regione, che ha operato da subito in raccordo con gli altri soggetti interessati, ha messo disposizione la somma massima di 500.000,00 euro sui capitoli di spesa dell’Autorità di bacino Regionale. Sono inoltre disponibili ulteriori 800.000,00 euro nell’ambito dell’accordo di programma in materia di difesa del suolo sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente nel novembre 2010, per il quale sono già iniziate le procedure di appalto.
“Ma il lavoro si presenta lungo e complesso – dice il presidente Spacca - proprio per la vastità della zona interessata”.
“Va poi evidenziato – continua Spacca – che l’area in frana è limitrofa a un tratto di spiaggia molto frequentato durante l’estate, su cui operano molte imprese turistiche stagionali. Non completare la messa in sicurezza in tempi rapidissimi comporterebbe la non fruibilità di quel tratto di spiaggia, con conseguente inoperatività di tutte le imprese, già fortemente colpite dalla crisi economica in corso”.
Il presidente Spacca fa notare che le copiose precipitazioni hanno provocato dissesti idrogeologici anche in altre zone della provincia di Pesaro e Urbino, compromettendo l’agibilità di alcune palazzine dell’AIL (Associazione italiana contro le leucemie) nonché la percorribilità di alcuni tratti della viabilità minore in vari Comuni.
“Per questo – scrive Spacca – credo possano sussistere i presupposti per la richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza, con cui verrebbe nominato un commissario delegato in grado di armonizzare gli interventi eseguiti dai vari enti e di poter utilizzare le procedure accelerate, soprattutto per l’acquisizione dei pareri propedeutici alla realizzazione di quanto necessario a mitigare il rischio e al ripristino della viabilità principale e secondaria. Sarebbe poi essenziale poter ottenere la deroga al patto di stabilità per gli interventi connessi a questo evento”.