Non a caso la legge di stabilità 2013 ha rinviato di sei mesi (al 30 giugno) il termine per l’approvazione del prossimo bilancio di previsione. Purtroppo nebuloso appare il destino dei piccoli comuni per tutta una serie di inopportuni provvedimenti legislativi improvvisati negli ultimi anni, per i tagli programmati dal Governo centrale, per l’ambiguità contenuta nei provvedimenti sull’associazionismo obbligatorio ma anche e soprattutto per il Patto di Stabilità interno che da quest’anno sottomette al patto anche le realtà comunali tra i 1001 e 5000 abitanti (nelle Marche si andrà a coinvolgere altri 129 comuni). Per questo giovedì 7 marzo prossimo, alle ore 15.00, l’ANCI Marche, insieme ad altre associazioni di categoria, ha organizzato a Cossignano, presso la Sala delle Culture, un seminario gratuito di approfondimento con risvolto pratico-operativo aperto ai ragionieri, ai tecnici comunali, agli amministratori, ai revisori e chiunque sia interessato alle dinamiche tecnico-amministrative di un piccolo comune. Interverranno il Sindaco “di casa” Roberto De Angelis, nonché coordinatore ANCI Marche dei piccoli comuni e la dott.ssa Claudia Petrelli, responsabile del Servizio Finanziario del Comune di Porto Sant’Elpidio. Seguiranno altri incontri simili a Loro Piceno il 12 marzo, a Senigallia il 14 marzo ed a Fano il 19 marzo p.v. a partire dalle ore 9.00.
Il sistema di monitoraggio e controllo degli adempimenti in materia di finanza locale assumerà nei piccoli comuni maggiore e gravosa rigidità. Facili da immaginare i problemi tecnici e applicativi che porterà con sé l’architettura del patto di stabilità, con il suo metodo della competenza mista (competenza di parte corrente e cassa di conto capitale), le voci incluse e quelle escluse e le ricadute sulla disciplina relativa al personale. Altrettanto facile da prevedere le difficoltà dei pagamenti delle imprese soprattutto perché nei piccoli comuni la spesa corrente è strutturalmente molto rigida e assai meno lineare nel tempo rispetto alle città. “Questi nuovi obiettivi di patto di stabilità sono totalmente insostenibili e l’estensione ai piccoli comuni provocheranno un corto circuito ingestibile.
Come più volte ho avuto occasione di ribadire - ha sottolineato il Sindaco Roberto De Angelis - le piccole amministrazioni avranno enormi difficoltà a gestire i relativi vincoli, sia dal punto di vista amministrativo, che dal punto di vista contabile e finanziario. Sotto il primo profilo, il Patto, come concepito, impone una serie di adempimenti organizzativi e burocratici cui difficilmente il personale degli enti di minori dimensioni, generalmente esiguo e impegnato a gestire attività eterogenee, sarà in grado di far fronte. Sul secondo versante si prevede una drastica riduzione, se non l’azzeramento, degli investimenti ed il rischio di dover sospendere i pagamenti in conto capitale a discapito delle imprese che hanno avviato o già eseguito i lavori per questi comuni. Per non parlare delle crescenti difficoltà di cassa dei comuni, sempre più a corto di ossigeno dopo i ripetuti tagli imposti dalle ultime manovre finanziarie, mentre si profilano ulteriori ed insostenibili sacrifici sempre a carico dei comuni pur sapendo che questi hanno contribuito maggiormente al contenimento delle dinamiche di crescita delle spesa pubblica e che sono più vicini ai cittadini”. Un’ulteriore e pesante tegola per i piccoli comuni tanto che, per non pochi enti, anche il previsto azzeramento degli investimenti rischia di non bastare, specialmente se le correlative entrate (per loro natura suscettibili di oscillazioni impreviste) risultassero inferiori alle previsioni: per i piccoli comuni, infatti, è certamente preclusa la strada (battuta da non pochi enti più grandi negli scorsi anni) di puntare su entrate straordinarie come l’alienazioni di beni.
Considerato che la spesa corrente risulta pressoché incomprimibile perché già ridotta all’osso a seguito dei tagli effettuati negli ultimi esercizi, per non incorrere a pesanti sanzioni e di essere chiamati a rispondere di danno erariale, tutti i Sindaci, senza distinzione partitica, si troveranno costretti, loro malgrado, ad aumentare le entrate correnti che significa, dove fosse ancora possibile, aumentare le aliquote IMU, l’addizionale comunale o le tariffe dei servizi a domanda individuale, a discapito ovviamente dei soliti cittadini o delle imprese locali. Per questo si registrano forti tensioni tra i diversi Sindaci ormai stanchi di dover subire decisioni calate dall’alto che stanno provocando crepe evidenti nel tessuto istituzionale locale, lasciati sempre più soli a fronteggiare impellenze di ogni genere con mezzi sempre più scarsi e senza avere la possibilità di reperirli, mentre in Italia si continua a parlare inopportunamente di ben altro, nel confuso e incerto scenario politico-istituzionale.